22 luglio 2018 – Nona Domenica dopo Pentecoste (anno B)

“Per causa mia e del Vangelo”: ecco la ragione delle scelte e del coraggio di ogni vero discepolo. La richiesta fondamentale di Gesù è di liberarsi da preoccupazioni eccessive centrate su se stessi per rendersi utili all’unico progetto. La scioltezza del cammino di fede non sopporta inutili pesi, composti da paure e da obiezioni.

Occorre danzare, come fa il re Davide intorno all’Arca dell’Alleanza, per la certezza della presenza sempre amorevole del Signore. La nostra danza si compie intorno alla Parola e all’Eucaristia, segni viventi della presenza del Signore: siano desiderati e accolti da ciascuno di noi come sorgenti di forza e gioia per la testimonianza.

don Paolo

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15 luglio 2018 – Ottava Domenica dopo Pentecoste (anno B)

“Maestro, vorremmo che tu facessi per noi quello che stiamo per chiederti”: si rivolgono così a Gesù i primi discepoli ma anche quelli venuti dopo, noi compresi. Il centro del legame con il Signore può passare, più o meno consapevolmente, dalla Parola e dal suo progetto alla realizzazione delle nostre attese e perfino pretese.

E’ quindi decisivo, per stabilire una vera sintonia, mantenerci nell’ubbidienza e nello stile manifestato da Gesù, che “è venuto a servire e a dare la sua vita in riscatto per molti”. Non esiste devozione o merito che abbia tanto valore quanto ascoltare umilmente il Signore e perseverare nelle sue intenzioni, in piena libertà da se stessi.

don Paolo

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8 luglio 2018 – Settima Domenica dopo Pentecoste (anno B)

Aprire un giornale, ascoltare un notiziario, seguire un dibattito equivale spesso a lasciarsi coinvolgere in situazioni problematiche, complesse ed enormi. Anche fra i credenti si insinua, da sempre, la tentazione della “fuga dal mondo” cioè di estraniarsi dalla realtà, trascurando l’impegno della testimonianza e della speranza.

Questa scelta si pone però in aperto contrasto con la fede, che proclama il legame con Dio come affidabile e risolutivo: “né morte né vita, né autorità né potenze, né presente né futuro, né forze del cielo né forze della terra, niente e nessuno ci potrà strappare da quell’amore che Dio ci ha rivelato in Cristo Gesù, nostro Signore”.

don Paolo

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24 giugno 2018 – Quinta Domenica dopo Pentecoste (anno B)

Dio si presenta all’umanità come luce e amore, come promessa e proposta: questo accade ad Abramo, alla sua discendenza e sempre. Egli chiama, muove e rende le famiglie e le generazioni partecipi di un unico grande progetto di alleanza e di benedizione, che troverà compimento solo con un’adesione fiduciosa e corale.

La nostra fede oscilla tra chiarezza e oscurità e questa appare la sua condizione normale. Infatti oggi il Vangelo annota che “Gesù disse queste cose, poi se ne andò e si nascose loro”. Essere figli di Abramo consiste nell’affidarsi alla Rivelazione di Dio anche nei momenti in cui essa rimane velata e distante dai nostri pensieri.

don Paolo

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17 giugno 2018 – Quarta Domenica dopo Pentecoste (anno B)

Alla luce della creazione di Dio, la vita è una festa dove ogni cosa è un particolare dell’insieme e tutto tende all’armonia. L’uomo non dovrebbe fare altro che scoprire il progetto e assecondarlo con l’apporto dei carismi personali. Purtroppo l’incapacità del dominio di sé altera il quadro e genera sospetto e disordine.

L’alternativa che cresce è quella che porta il nome di “peccato”, ossia un fine diverso da quello stabilito da Dio. Attraverso la parabola delle nozze, Gesù vuole metterci in guardia sia dal preferire le nostre piccole logiche agli inviti di Dio, sia da un partecipare che appare dettato dall’obbligo anziché motivato dalla gioia.

don Paolo

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10 giugno 2018 – Terza Domenica dopo Pentecoste (anno B)

In questo giorno di festa, che abbiamo atteso e preparato per condividere la gioia dell’ordinazione sacerdotale di tre giovani di questa parrocchia, la Parola di Dio viene ad indicarci il valore della creazione dell’uomo e della donna e della loro feconda relazione secondo il disegno di Dio, ossia il ruolo decisivo della famiglia.

Per quasi tutta l’umanità è questo l’ideale fondamentale e anche la vita consacrata mostra come l’amore vero comporti la rinuncia a se stessi per diventare dono. Nel progetto divino tutto è in armonia: la differenza, sessuale e vocazionale, infatti è orientata sempre a creare unità. Perciò “l’uomo non separi ciò che Dio ha unito”.

don Paolo

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3 giugno 2018 – Seconda Domenica dopo Pentecoste (anno B)

“Chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? Se non potete fare neppure così poco, perché vi preoccupate per il resto?”. Gesù parte dalla nostra fragilità, che l’ansia fa aumentare anziché diminuire, per invitarci alla fiducia: siamo stati avvolti da un Amore che
non trascura e non abbandona.

Quanto più abbiamo conosciuto Dio come Padre e ci impegniamo a maturare una relazione filiale con Lui, tanto più scopriamo infinite ragioni per rendergli grazie e gloria. Non lasciamoci travolgere da vani ragionamenti che riproducono, in ogni contesto, la tentazione adamitica e diabolica di poter fare meglio o a meno di Dio.

don Paolo

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27 maggio 2018 – Solennità della Santissima Trinità

Tanto nella Bibbia quanto nei Vangeli non si parla esplicitamente della santissima Trinità. Questa espressione e il suo contenuto è stato determinato soprattutto nei primi secoli della storia della Chiesa per salvaguardare la bellezza, la ricchezza e l’armonia dell’Alleanza creativa, fedele e inesauribile di Dio nella storia.

L’amore vero in tutte le sue manifestazioni è creativo e unitivo:così il Padre ama e genera il Figlio, Gesù il Cristo, e insieme effondono lo Spirito santo che, con i suoi doni e i suoi frutti, orienta tutto al bene, alla verità e alla pienezza della vita. Con libertà e con gioia rinnoviamo una totale appartenenza a questi affetti.

don Paolo

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20 maggio 2018 – Solennità di Pentecoste (anno B)

La presenza dello Spirito santo, che garantisce il legame tra la Chiesa e il suo Signore, accompagna la bella notizia del Vangelo attraverso la storia e richiama alle sue responsabilità l’insieme del popolo di Dio e ogni singolo discepolo. “Io vivo – dice Gesù – e voi vivrete”: lo Spirito amalgama in noi la stessa vita di Dio.

Viviamo come un incoraggiamento e come un invito alla perseveranza la grande solennità di Pentecoste, riconoscendoci comunità abitata, animata e corredata dallo Spirito e dai suoi doni, di cui i prossimi nuovi sacerdoti sono il più evidente ma non l’unico segno. Ciascuno rinnovi,nell’ubbidie nza della fede, la sua docilità.

don Paolo

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13 maggio 2018 – Domenica dopo l’Ascensione, Settima di Pasqua (anno B)

“Voglio che tu sappia come comportarti nella Chiesa del Dio vivente”: la parola di san Paolo a Timoteo ricalca la missione e la fiducia di Gesù nei confronti dei suoi discepoli di ogni tempo. C’è un modo “cristiano” di stare nella Chiesa e nel mondo: quello di dare concretezza al Vangelo, vivendolo sulla propria pelle.

Nella domenica tra l’Ascensione e la Pentecoste, la Parola di Dio esorta ad assumere la responsabilità che ci compete, senza lamentarci per l’assenza visibile del Signore Gesù. Tocca infatti a noi, nessuno escluso, sotto la regia dello Spirito santo, renderlo vicino, amorevole e incisivo in questo mondo confuso e inquieto.

don Paolo

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