Un po’ di storia
1917 – Arriva il nuovo parroco don Carlo Chiesa e tra le sue prime iniziative, mancando sia l’oratorio maschile che quello femminile, trasforma il grande giardino della casa parrocchiale in cortile per la ricreazione dei ragazzi e mette a disposizione la sua casa per le attività dell’oratorio maschile che ha così il suo inizio
31/01/1918 – Costituisce l’Unione Giovani Cattolici, radunando un primo gruppo di 14 giovani e questa data è quella dell’inizio dell’oratorio maschile.
Negli anni successivi trasforma la stalla e rimessa per la carrozza del precedente parroco, in due saloncini che costituiranno per tanti anni la sede dell’Oratorio Maschile
1933 – Arriva don Luigi Moretti che diventa il primo assistente dell’Oratorio Maschile.
Sono gli anni d’oro dell’oratorio, nei quali le doti di don Luigi e di alcuni giovani, la situazione ambientale e sociale e anche le difficoltà create dal regime fascista, contribuiscono a formare un gran numero di giovani con i solidi principi della fede e della dottrina sociale della Chiesa.
Il paese cresce e nel 1942 viene consacrata la Chiesa Nuova, nonostante la guerra, proprio in previsione della crescita della popolazione, ma l’oratorio rimane ancora a lungo nello spazio storico ma angusto dei due saloncini e del cortile di Via Gianella.
1945 – Nel dopoguerra l’oratorio si svuota dei giovani ormai diventati adulti (alcuni dei quali, si impegnano in politica nella Democrazia Cristiana e nel mondo del lavoro: Sindacato e Acli: degni di particolare menzione sono stati Egidio Negrini, impegnato nel Sindacato alla Borletti e poi segretario della D.C. locale per tantissimi anni e Luigi Dossi, laico consacrato, che ha concorso molto nella formazione di tanti giovani e altri laici consacrati, alcuni dei quali ancora presenti.) Da ricordare anche le seguenti vocazioni sacerdotali nate in quel periodo: don Pietro Quaglia, don Annibale Vezzoli, don Aldo Meda, don Luigi De Ciechi, don Cesare Meazza, don Albino Saresella, don Giorgio Bersani. Per sostituire chi ha lasciato, don Luigi ricomincia con i ragazzi più giovani a formare la gioventù che intanto aumenta per l’arrivo a Baggio di nuove famiglie di immigrati.
1951 – Muore don Carlo Chiesa, arriva il nuovo parroco don Pietro Greco e con lui arriva anche il nuovo assistente dell’oratorio, don Raineri Mariani che deve gestire il cambiamento tra la vecchia e la nuova Baggio, da paese ad una periferia di città in crescita.
Punta su alcuni giovani educatori e assieme seguono i tanti bambini e ragazzi che a quei tempi frequentavano numerosi l’oratorio. Emerge l’esigenza di una nuova struttura.
Marzo 1953 – Primo trasferimento dell’oratorio da Via Gianella ad alcuni locali della nuovo palazzo parrocchiale, sorto a fianco della nuova chiesa, e soprattutto ci sono a disposizione grandi spazi per i giochi e le attività sportive nella zona dietro l’abside della chiesa stessa. I locali però sono insufficienti.
Maggio 1955 – Secondo trasferimento nell’ex Asilo Gianella, che è in pessime condizioni, ma viene adattato in qualche modo e soprattutto ha il pregio di essere una sede autonoma rispetto al palazzo parrocchiale nel quale, a piano terra, c’è il circolo Acli che crea interferenze e disturbo con l’attività dell’oratorio. Sono anni difficili ma di continua crescita e matura in parrocchia il proposito della costruzione di un nuovo oratorio.
1957 – Arriva un nuovo assistente dell’oratorio, don Ambrogio Balconi, che continua con grande impegno e capacità l’opera iniziata da don Raineri. Il 5/5/1957 – viene benedetta la prima pietra e pochi mesi dopo il 10/10/1957 viene inaugurato il nuovo oratorio di Via Cabella 18, dall’Arcivescovo Giovanni Battista Montini.
1958 – Inizia l’attività nel nuovo oratorio, che dispone di tanti spazi e sebbene la sistemazione definitiva richiederà tempi notevoli, soprattutto per il riscaldamento, da allora ci sono spazi per seguire bambini, ragazzi, giovani ed anche attività sportive: campionati CSI di calcio e pallacanestro, modellismo di aerei e trenini. Durante l’estate organizza un torneo serale di calcio, dapprima tra gli oratori e poi aperto anche ai bar, che diventa un polo di attrazione per tanti giovani e famiglie.
Per i giovani viene costituito il circolo giovanile ed il salone bar, sempre aperto tutte le sere e nei giorni festivi è un luogo e riferimento per un grande numero di persone.
Non mancano le difficoltà perché le occasioni di svago esterne all’oratorio aumentano a dismisura e anche lo stesso circolo Acli è un richiamo facile in quanto è anche promiscuo. Questo comporta una difficoltà a trovare nuovi giovani educatori che possano sostituire quelli che per età, impegni di lavoro o matrimonio devono lasciare.
1964 – Don Alfonso Milani subentra a don Ambrogio ed eredita una situazione diventata più problematica per le ragioni sopra dette, ma anche per i cambiamenti della società.
1967 – Arriva don Renato Rebuzzini, un sacerdote molto dinamico e pieno d’iniziative che con le sue idee progressiste (siamo negli anni del concilio) ed il suo carisma diventa una guida ed un riferimento per tanti giovani. Forma così un folto gruppo di giovani, nella fede ma anche nell’impegno socio politico fortemente critico con la società e anche con la chiesa. Sono anni molto intensi, nei quali si crea una collaborazione con l’oratorio femminile, ed in particolare con Suor Modestina, che ha avuto un ruolo importante e positivo nel mondo giovanile. C’è grande attenzione al problema della droga, in quegli anni dirompente, con ricerca di aiuti concreti che creano tensioni in parrocchia.
1976 – Don Renato lascia ed i suoi giovani continuano a tenerlo come riferimento nel vicino S.Vito al Giambellino. Di fatto si impegnano in ambiti esterni all’oratorio.
1977 – Arriva don Giorgio Basilio che rimane però solo due anni, in un momento particolarmente difficile perché si ritrova senza i giovani.
1979 – Arriva don Piero Allevi, in una situazione oggettivamente disastrosa e con grande pazienza, tenacia e capacità riesce a ripartire, praticamente da zero, riuscendo a ricostruire un oratorio funzionante. Riesce anche a creare nei giovani e nei ragazzi una grande attenzione verso il problema dei disabili; è attivo e collaborante con la Caritas parrocchiale e inizia l’esperienza degli obiettori di coscienza, che per una decina d’anni lavorano attivamente in parrocchia per gestire il doposcuola in oratorio e per aiutare soprattutto gli anziani ed i disabili.
1987 – Don Piero assume un nuovo incarico in diocesi e arriva don Antonino Martellozzo a continuare un’azione di rilancio, perché le difficoltà esterne e la diminuzione sia dei bambini che delle famiglie che frequentano la chiesa incominciano a creare effetti negativi. Si avverte in quegli anni la difficoltà di far convivere i due oratori maschile e femminile, distinti e collaboranti. Don Antonino riesce però ad aggregare un buon numero di genitori che lo coadiuvano nelle attività oratoriane.
Dopo un periodo segnato da una positiva collaborazione tra gli Oratori Maschile e Femminile, una numerosa partecipazione da parte di famiglie, adulti, bambini, adolescenti grazie alle capacità di coinvolgimento di Don Antonino e Suor Renata, la compresenza di due Oratori distinti ma senza più una chiara connotazione è segnata da alcune difficoltà. Dopo la visita pastorale viene decisa la chiusura dell’Oratorio femminile e la nascita di un unico Oratorio.
Nel 1996 don Antonino Martellozzo lascia l’impegno in Oratorio e accoglie l’incarico di parroco, però non viene identificato il successore e così, dopo alcuni mesi vacanti dell’assistente dell’Oratorio, arriva nel 1996 padre Enrico Beati, degli Oblati vicari. Come avviene ad ogni cambio di assistente, perde una gran parte dei giovani che avevano collaborato con don Antonino, ma riesce, nei due anni di permanenza, a dare una impronta positiva nonostante la situazione sia piuttosto difficile. Nasce un ulteriore problema per la presenza in oratorio di un numero consistente di giovani extracomunitari, soprattutto albanesi, che vengono in oratorio tutti i pomeriggi in attesa della cena delle 18 presso le suore di Madre Teresa. Questo provoca un ulteriore ritiro, da parte dei genitori, di tanti figli.
L’impegno di dialogo viene mediato dalla presenza di don Giancarlo Quadri e con lui si organizza un incontro tra le suore, il parroco e alcuni membri dell’Oratorio per identificare una soluzione.
L’impegno di p. Enrico porta una ripresa delle attività, di particolare rilevanza: il doposcuola, il gruppo delle medie ed il coinvolgimento di diverse famiglie. Ma per i ragazzi questi repentini avvicendamenti creano delle difficoltà.
1998 – Arriva don Francesco Palumbo.
Con l’arrivo di don Francesco si intensificano le iniziate per i giovani e la partecipazione dei ragazzi delle medie e degli adolescenti riceve una particolare attenzione che porta a buoni risultati sia intermini di presenza sia di proposta.
Si definiscono alcuni tentativi di collaborazione tra l’Oratorio e la scuola Madre Bucchi: questo porta alla preparazione di un appuntamento comune durante la festa della famiglia e la nascita di un gruppo giovani coppie.
Si registra una difficoltà nel coinvolgimento delle famiglie e degli adulti mentre buona è la partecipazione dei bambini. Ripartono la proposta di vacanza estiva e numerose sono le occasioni per dei ritiri rivolti a ciascuna fascia d’età.
Il degrado della struttura Oratorio è ormai un grosso problema e con una piccola commissione si inizia a definire la questione: si individuano i problemi della struttura e i bisogni reali dell’Oratorio. Si passa, quindi, ad una prima ipotesi di progetto con l’aiuto di un tecnico. Intanto, l’arrivo del nuovo parroco don Vittorio crea un clima di fermento, di entusiasmo e di nuove attese; in questo si inserisce la richiesta di metter mano alla ristrutturazione dell’Oratorio.
Con una relazione si presenta agli organismi competenti della Curia la necessità di questo impegno.
Intanto l’investimento di una suora del Preziosissimo Sangue in modo preciso nelle attività dell’Oratorio, sostanzialmente a tempo pieno, permette di ampliare i progetti per la pastorale giovanile con un’ attenzione specifica soprattutto alle ragazze, rispondendo a quella mancanza che, in qualche modo, si era venuta a creare con la chiusura dell’Oratorio femminile.
Dopo alcuni momenti di formazione specifica alla catechiste, parte un progetto di sperimentazione nel cammino di Iniziazione cristiana che trova, ora, pieno riscontro nella proposta diocesana a cui il nostro Oratorio partecipa nella fase B.
Fine 2004 finalmente cominciano i lavori di ristrutturazione ed ampliamento dell’Oratorio, seguendo il terzo progetto che diventa il definitivo: le attività vengono spostate nella struttura parrocchiale di piazza sant’Apollinare, con alcune difficoltà riguardo gli spazi.
Con grande gioia il 29 gennaio 2006 bambini, ragazzi, adolescenti e giovani insieme alle loro famiglie possono ritornare nella sede dell’Oratorio completamente rinnovata.
2006 – Arriva don Cristian Fattore
2009 – Arriva don Roberto De Stefani