Catechesi 1a e 2a elementare

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Domenica 27 Febbraio 2011

La storia di Noè

Dio ama l’uomo e la donna come un padre e una madre amano i propri figli: in famiglia è un po’ come quando si decide di fare gioco di squadra… Si va avanti cercando di fare l’uno il bene dell’altro! Nessuno perde e tutti vincono insieme… Ma… Arrivò un giorno in cui, Dio vide che l’uomo si stava allontanando da Lui:  “rompeva” l’amicizia… Non c’era più un lavoro di squadra: ognuno pensava a se stesso, si faceva a gara ad essere sempre i primi, si lasciavano da parte quelli meno bravi o più deboli, non ci si fidava più l’uno dell’altro…

Dio ci rimase così male!!! Il suo dolore fu grande…Lui voleva riavvicinare gli uomini e le donne, non voleva questa rottura… Proprio no! Ma Dio voleva troppo bene agli uomini e alle donne, suoi figli, e non voleva costringerli a tornare a Lui, a “rifare” amicizia, per forza. Voleva che lo facessero liberamente!

E così li ha cercati, chiamati e richiamati tantissime volte con un’infinita pazienza, ma soltanto uno gli rispose: si chiamava Noè. Allora Dio decise di scegliere Noè e la sua famiglia per salvare tutto il creato dalle cose brutte che sembravano inghiottire ogni cosa bella! Dio disse a Noè: “senti, Io e te dobbiamo lavorare in squadra, Io devo lavare il mondo perché così come stiamo andando avanti non va bene, devo lavare via tutte le cose brutte e cattive perché fanno soffrire l’uomo, lo soffocano e lo fanno morire e Io questa cosa non la voglio proprio, perché ho creato l’uomo per la vita e non perché muoia!

Per lavare manderò tanta acqua, ma tanta tanta, farò un diluvio! Tu costruisci un’arca, che è una barca grandissima che assomiglia ad una casa, e la riempi di tutti i doni che Io ho fatto agli uomini e alle donne, miei figli: ci metti un animale maschio e un animale femmina di ogni specie, tranne i pesci perché tanto loro non corrono il rischio di annegare; le piante no perché anche loro non annegano, l’acqua la bevono. Rifornisciti ben bene di cibo per tutti e quando sarai pronto me lo dirai e Io farò iniziare il diluvio.

Se qualcuno ti chiede cosa stai facendo, tu racconta che te l’ho chiesto Io, che sei in squadra con me e chiedigli da parte mia se vuol fare parte della squadra …se si fida, prendilo con te!” Ma tutti prendevano in giro noè che stava costruendo una barca così enorme e così lontano dal mare e quando Noè cercava di spiegare, nessuno gli credeva e, anzi, tutti lo prendevano in giro e si sbellicavano dalle risate! Quando Noè finì di fare tutto quello che Dio gli aveva chiesto, disse: “Tutto è pronto!!!”.

Dio, allora chiuse la porta dell’arca e controllò di persona che chiudesse bene e che l’acqua non potesse entrare e solo allora, diede il via al diluvio. Piovve, piovve, piovve a tal punto che la terra sembrava mescolarsi con il cielo, i pesci non si orientavano più e dovevano guardare l’arca di Noè per capire dove finiva l’acqua che copriva la terra e quella che scendeva dal cielo. Sull’arca di noè, invece, tutto era tranquillo e il lupo stava con l’agnello senza problemi, i serpenti velenosi non mordevano nessuno e il leone era tranquillissimo.

Dopo 40 giorni e 40 notti smise di piovere e la terra sembrava una enorme palla fatta di acqua con l’arca di Noè che vi dondolava sopra. Dopo un po’ di giorni l’arca smise di dondolare, Noè capì che l’arca si era appoggiata da qualche parte e pensò di mandare fuori da una finestrina  un corvo, che però era disorientato, svolazzava qua e là e non faceva capire niente.

Allora Noè mandò fuori una colomba  per 3 volte lasciando passare 7 giorni tra una volta e l’altra: la prima volta tornò indietro subito perché non sapeva dove posarsi (era ancora tutto allagato!); la seconda volta tornò con un ramoscello di ulivo nel becco (segno che l’acqua stava calando e spuntavano fuori dall’acqua le cime degli alberi!); la terza volta, la colomba non tornò perché la terra si era asciugata e lei poteva posarsi ovunque.

Allora Dio disse a Noè: “ potete uscire tutti quanti: la terra è come nuova!” Tutti uscirono e la terra rinnovata era bellissima! Noè non sapeva più come ringraziare  e fece un fuoco il cui fumo profumato arrivò in alto in alto, fino a Dio, come una preghiera… Dio rimase così contento che sorrise e in quel momento apparve in cielo l’arcobaleno e pareva un nastro di tutti i colori che legava il cielo alla terra! Riallacciava l’amicizia fra Dio e l’uomo! Diò parlò dicendo: “Questo è il segno che adesso siamo di nuovo in pace, amici, una squadra…è il segno della mia alleanza!”

 

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