Milano, non perdere di vista Dio

Cardinale Angelo Scola

Il Cardinale Angelo Scola

“Ho bisogno di voi, di tutti voi, per poter svolgere nella gioia e non nel lamento questo gravoso compito, di cui, ne sono ben consapevole, dovrò rendere conto…”. Così nell’omelia di ingresso si è espresso il cardinale Angelo Scola. E ai fedeli ambrosiani e alla città chiede anche di restare “una metropoli illuminata operosa ed ospitale” mentre affida un primo impegno: “Non perdere di vista Dio”.

Rientrando dalle vacanze la diocesi dei santi Ambrogio e Carlo si trova ad accogliere il nuovo pastore per proseguire nella forza dello Spirito Santo un cammino di Chiesa, in “missione per Milano”, perché la posta in gioco è “essere testimoni credibili del senso cristiano dell’esistenza, mentre tanti oggi sembrano sopraffatti dal mestiere di vivere”.

Tante sono le sfaccettature e le spinte propulsive di questo inizio di anno pastorale: le elezioni dei consigli pastorali e decanali, il grande appuntamento dell’incontro mondiale delle famiglie nel 2012, le iniziative delle singole parrocchie …

1) Il rinnovo del Consiglio Pastorale Parrocchiale è un forte invito a considerare la chiesa sotto il profilo della corresponsabilità. All’interno di questo numero dell’informatore trovano posto anche alcune riflessioni in proposito. Il compito del parroco è di rinnovare ancora una volta caldamente a tutti coloro che sentono di dover dare il proprio contributo alla crescita della comunità, l’invito a presentare la propria candidatura e ringraziare di cuore tutti coloro che si sono resi disponibili per questo importante servizio alla Chiesa.

2) Avremo modo a più riprese di considerare l’avvenimento del VII Incontro mondiale delle famiglie che verrà celebrato nel 2012. La preghiera che vogliamo elevare al Signore è che questo evento possa avere una ricaduta positiva e significativa nelle nostre realtà familiari e parrocchiali.

3) Nel clima della “Sagra di Baggio”, durante la S. Messa unificata delle ore 10,30 avverrà nella nostra chiesa la benedizione della nuova via Crucis. Si tratta di quindici affreschi del pittore Angelo Sutti, che ripercorrono le stazioni tradizionali della “Via Crucis” fino alla risurrezione. Devo ringraziare sentitamente e con grande affetto Grazia Sutti, figlia del pittore, per questo dono che impreziosisce la nostra basilica: anche altre opere collocate nella cappellina e nella sagrestia arricchiscono il patrimonio artistico.

Con grande determinazione e generosità Grazia Sutti, ha tenuto a questo avvenimento per dare degna collocazione alle opere del papà e favorire la preghiera del popolo fedele con grande gusto estetico: “ la bellezza salverà il mondo “. Vogliamo pregare per lei e per la sua bella famiglia e ringraziare con tanto affetto anche per la famigliarità e l’amicizia reciproca che sono scaturite da questa circostanza.

A conclusione della celebrazione eucaristica verrà offerto anche un rinfresco in Oratorio.

Stiamo inoltre ultimando un libretto con la riproduzione degli affreschi della via Crucis con un significativo commento delle Cappuccine di Correggio – RE).

Ci auguriamo, infine, che si possa arrivare quanto prima all’apertura del “rosone” e alla pitturazione delle pareti interne della chiesa: ne riceveranno grande risalto anche le opere che vi sono state collocate.

don Vittorio

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Seconda Assemblea Decanale in preparazione alle elezioni dei Consigli Parrocchiali e Decanali

Parrocchia San Piergiuliano Eymard - Milano

Parrocchia San Piergiuliano Eymard - Milano

Martedì 20 settembre alle ore 21:00
presso il Salone della Parrocchia San Piergiuliano Eymard (via Valsesia 96).

Relatore: Padre Giuseppe Bettoni (Sacramentino, già Parroco di Sant’Angela Merici)

Sono invitate tutte le persone attive e impegnate in Parrocchia e in modo particolare i Consiglieri attuali e coloro che vorrebbero diventarlo.

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Follie di mezza estate: ripensando la Pasqua…

Caravaggio, "Cena in Emmaus"

Caravaggio, "Cena in Emmaus"

Sarà perché di solito “estate” viene abbinato a “vacanze”, nel senso anche di vuoto, di spensieratezza…
Sarà perché, a volte, si avverte una grande distanza tra il vissuto dei credenti e la celebrazione della “speranza cristiana che scaturisce dalla pasqua…”
Sarà perché quest’anno la Pasqua è capitata “alta” (24 aprile), quasi a ridosso dell’estate… Per tutti questi motivi e… altri ancora non riesco a… passare ad altro, ad archiviare la Pasqua! Faccio una cosa insolita: “in occasione dell’estate…vi parlerò della S. Pasqua…” Dopotutto l’estate dovrebbe anche offrire possibilità per pause meditative, un tempo per lo spirito…
Ci tento… mi butto: ripensiamo la Pasqua… E’ risorto, è qui… Quale presenza?
Spirituale? Nella memoria? Nel suo
insegnamento? Tutto questo, anche.
Ma soprattutto “novità di vita”, possibilità inattesa di percepire il mistero…:
“non cercate tra i morti …è risorto… è vivo… è qui…”.
E’ qui perché su di Lui possiamo fissare il nostro sguardo, orientare le nostre scelte, rifare ì nostri programmi, riesprimere i nostri impegni…
Gesù Cristo è il vivente, presente per tutti i secoli nella sua comunità, nell’universo intero, in ogni creatura.
Questo significa dire che è risorto… .
L’affermazione della fede non si ferma sul solo stupore della rianimazione di un cadavere, ma sulla vigorosa vitalità del nuovo Adamo che sulle nostre strade ci incrocia per diventare proposta di vita nuova…

  • “Quo vadis Petre? Perché mi perseguiti, Paolo? Perché recalcitri al pungolo?
  • Perché, discepoli di Emmaus, siete diventati “sciocchi e tardi di cuore? Perché non ricordate le Scritture?… ve lo avevo predetto!…

…Ritorna sui suoi passi Pietro, primo vescovo di Roma, riaggrega i fratelli, muore sulla croce, come il Maestro…
…Cade da cavallo Paolo, infaticabile
missionario del Risorto, afferrato dal suo Signore, per il quale, come emblematicamente ci dice il suo martirio, ha letteralmente perso la testa: “…per me vivere è Cristo…non voglio sapere altro ‘in mezzo a voi se non Gesù Cristo…Gesù Cristo crocifisso…né morte, né vita, né angeli, né principati, né presente, né avvenite, niente ci può ormai, separare dall’amore di Dio in Cristo Gesù, Signore nostro”.
…Si aprono gli occhi ai discepoli di Emmaus…si scalda il cuore nel petto ascoltando le scritture. Gesù Cristo non è un melanconico “leader”, bravo purchessia, anch’egli pieno di parole e di promesse che sono andate in fumo…
Gesù è l’amore di Dio, fatto carne per rivitalizzare la carne, fatto pane perché il mondo abbia vita e l’abbia in abbondanza, perché la comunione con Lui, risorto e vivo, vinca tutte le solitudini, abbatta le barriere e irrompa come spirito rinnovatore su tutta la faccia della terra. …”Sciocchi e tardi di cuore e di orecchie! Non ricordate? Non ricordate? QUESTA E’ LA PASQUA, io ve lo avevo predetto…
E’ dono potente dello Spirito di Dio, non è frutto di ragionamento umano che si ferma sul suo limite: sono passati tre giorni… speravamo… QUESTA E’ LA MESSA DOMENICALE…
non è solo precetto
non è solo dovere
non è solo rito…
è riappropriazione dello slancio vitale del Risorto che ci permette di testimoniare nel mondo la speranza possibile, l’accoglienza trepida, la spregiudicata vicinanza a tutti quanti il dolore, la sofferenza, la miseria, la violenza opprime…
…Conosco il tuo nome, fratello libico o tunisino: non me l’ha detto Maroni e neppure Borghezio…
L’ho imparato al sepolcro di Cristo che ha vinto tutte le discriminazioni e i razzismi.
So che ti devo amare, che devo promuovere leggi e permessi che tutelino la tua dignità.
So, soprattutto, che devo cambiare mentalità e cuore per riconoscerti mio prossimo, mio parente, perché più vicino a noi sia il Cristo vivo che, tra l’altro, ha la pelle come la tua…
…Conosco il tuo nome, fratello tossicomane… tu mi provochi perché fai gli scippi, perché ti prostituisci e ti abbruttisci, perché fai del male e ti fai del male, perché diventi un potenziale candidato al suicidio per overdose.,. ma nel tuo volto inebetito e allucinato io riconosco le mie mille dipendenze, mascherate dalle
convenienze sociali, che cercano di prendere le distanze da te definendoti trasgressore e
punibile per non vedere in te lo sfacelo della mancanza di valori del nostro vivere quotidiano che noi, comunque, tranquillamente ingoiamo.
“Mostrami un uomo la cui vita
è andata male
ti mostrerò mille ragioni
per cui è solo un caso
se al suo posto non ci sei tu”. …Conosco il tuo nome, fratello malato e stanco… sorella dolcissima cui è diventato un peso la vita, carica di incredibili tensioni e nevrosi; genitore preoccupato per il futuro dei figli, per la loro educazione, in questo mondo di inaudite violenze, di mortificanti anestesie, dove, tra l’altro, anche casa e lavoro non sono più garantiti.
Non sono le ricette, la soluzione…non sono i farmaci… non sono i fluidi… non sono le carte i rimedi.
Dio conosce il segreto dei cuori, Dio è balsamo consolatore, Dio è gioiosa sorpresa…
E’ ancora possibile essere uomini…
Si può ancora credere nella vita, possiamo ancora scommettere sugli ideali…
Gesù Cristo è l’uomo nuovo…si è lasciato alle spalle lo sfacelo delle piaghe e della morte…per me, per voi fratelli e sorelle: è la esaltante possibilità della vita vissuta come servizio dell’amore e nella gratuità…
“lo sono con voi…tutti i giorni…fino alla fine del mondo…” .
Perché la forza sfolgorante della risurrezione possa diventare per ciascuno di noi concreta e praticabile, possa cancellare i pessimismi, le chiusure, le paure, possa farci risentire popolo in cammino sulle strade nuove spalancate dal nuovo Adamo per la costruzione della civiltà dell’amore, possibile perché radicato sull’inaspettata risorsa della pasqua di Cristo. Egli per sempre, definitivamente, sconfigge i nostri scetticismi, ci fa riappropriare di ogni brandello di esistenza e ci impegna in ogni tempo a testimoniare il Cristo risorto, a testimoniare l’utopia, a testimoniare la gioia dell’indicibile presenza e comunione col Dio vivo.
“Gesù Cristo è risorto, è vivo, è qui…
Andate e ditelo a tutti…”.

don Vittorio

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Cento di questi quarant’anni!

Don Vittorio Ventura

Don Vittorio Ventura

Domenica 22 maggio 2011, nella Festa della Comunità, celebriamo il quarantesimo anniversario dell’ordinazione presbiterale di don Vittorio: 1971- 2011.

Un dono lungo quarant’anni!

Formidabili questi anni!

Il rendimento di grazie al Signore è incontenibile!

Sono stato condotto per mano nell’avventura dell’annuncio del Vangelo e, a questo punto, mi pare davvero di aver ricevuto tanto, tanto, tanto… lo ero un “raccoglitore di sicomori… il Signore mi ha preso…! “(Am 7,14) Sento profondo affetto, a questo riguardo, per tutti i miei familiari che mi hanno permesso, a 27 anni, di rispondere alla chiamata del Signore e mi hanno accompagnato sempre con trepidazione, rispetto e affetto. Continuerò a vivere intensamente il cammino di Chiesa in questo tempo complesso e disorientato, ma sempre abitato dal Signore: Lui che continua a donarmi serenità e consolazione per spendermi con passione e compassione nel ministero, per servire il popolo di Baggio e la Diocesi.

15+15+10=40

In questo rendimento di grazie voglio esprimere grande riconoscenza ai fratelli e alle sorelle delle comunità di San Giovanni Bono al quartiere Sant’Ambrogio (gli inizi del mio ministero: i miei primi 15 anni…) e di San Barnaba al Gratosoglio (altri 15 anni…) : con voi ho imparato ad essere prete, parroco, cristiano, credente… così come da 10 anni cerco di vivere qui a Sant’Apollinare…

Ho voluto far coincidere questo mio anniversario con la Festa della Comunità perché ne risultasse evidente lo stretto legame per l’annuncio del Vangelo e la testimonianza che ci é richiesta.

Ritroviamo lo stupore per poter percepire il disegno di Dio anche nelle trame della nostra storia attuale, di questo nostro tempo.

Dio ci ama… L’amore di Dio possa ardere e bruciare nei nostri cuori per poter illuminare e scaldare quanti incontreremo sul nostro cammino…

Il programma che abbiamo tentato di predisporre ha voluto tener presente questa dimensione di eccezionalità: tanti saranno i momenti e gli incontri, ma importante sarà la disponibilità a lasciarci provocare da questa ricorrenza.
E’ in questo senso che proponiamo “Tre serate bibliche in parrocchia”, aiutati a meditare e contemplare dal ` carissimo Angelo Reginato, amico fraterno, biblico ricco di sapiente competenza e affabilità.

Al di la delle parole, dovrà essere questo !’impegno primario per tutti i giovani e gli adulti della parrocchia. Vogliamo dare una risposta al Signore e già fin d’ora ci impegniamo a riservare per Dio queste serate. Gli incontri si svolgeranno nei giorni 16-17-18 maggio, in Chiesa, dalle ore 21 alle 22,30 per poter assaporare un po’ di silenzio e di contemplazione nel frastuono confuso e convulso della città… Un po’ di deserto per ritrovare se stessi, per incontrare Dio, per riscoprirsi fratelli…

Dio ci aspetta a questo appuntamento…

Molto modestamente anch’io, come pastore di questa comunità vi aspetto… Sbilanciandomi un po’, oso dire che la vostra presenza sarà l’unico e prezioso “regalo” che mi aspetto per questa ricorrenza… “Chi, infatti, se non proprio voi, potrebbe essere la nostra speranza, la nostra gioia, e la corona di cui ci possiamo vantare davanti al Signore Gesù Cristo, nel momento della sua venuta? Siete voi la nostra gloria e la nostra gioia…” (1Ts 2,19-20)

Don Vittorio

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Il dono della Pasqua

La gioia esuberante che sorprende la prima comunità cristiana all’annuncio dell’Angelo: ” Non è qui: è Risorto…Cercatelo tra i vivi…”, come vento impetuoso possa invadere la nostra comunità di Sant’Apollinare in Baggio, spazzando le nostre ansie e le nostre paure, aprendo i cuori alla speranza incredibile di un Dio vivo, accanto a noi per sempre, pellegrino sulle nostre strade, memoria provocante di un “quotidiano” abitato dalla Sua presenza di resurrezione, “Vita nuova”, possibile, oggi e qui…” lo sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo…”.

Irruzione di vita e di speranza nel tempo delle guerre e delle nevrosi, del terrore nucleare, delle ansie che annientano, della terra che sembra divenuta improvvisamente deserto inospitale, non più in grado di accogliere uomini e donne in fuga da inferni invivibili.

Al fascino di un uomo di Chiesa, “testimone di risurrezione “del nostro tempo, vescovo di Molfetta, don Antonino Bello, morto di tumore a 52 anni, presidente nazionale di “Pax Christi”, luminoso esempio di pace e vita, affido l’augurio per questa nostra Pasqua 2011.

Buona Pasqua a tutti!
Don Vittorio

don Tonino Bello

don Tonino Bello

Sono terribilmente indeciso sul tono da dare al mio augurio pasquale. Si diventa aridi o quando si hanno troppe cose da dire, o quando se ne hanno troppe poche. Io ne avrei tante, ma non trovo le parole. Vorrei parlarvi a lungo di tombe vuote, come grembi materni dopo il parto. Di macigni che rotolano dall’imboccatura dei sepolcri, liberandone la preda. Di pianti accorati di donne che cercano tra i morti il vivente. Ma ho l’impressione che mi attarderei in pezzi di bravura letteraria.

Vorrei parlarvi a lungo di primavere che irrompono, come segni di tempi interiori o di stagioni spirituali fiorenti sotto l’urto della grazia. Di fiumi d’erbe calpestate dai sandali di Maddalene premurose.

Di albe incantate che mutano in danza il lamento degli uomini. Ma forse spiazzerei chi non crede che la poesia è l’anima più vera della realtà.

Vorrei parlarvi a lungo di lui, risorto con le stigmate del dolore. Di schiavitù sconfitte. Di catene rotte. Di lacrime asciugate, Di abissi inebrianti di libertà, verso cui precipita, dopo quel mattino, la nostra vicenda personale. Ma forse resterebbero fuori gioco coloro che non credo alla Risurrezione come alla peripezia decisiva di tutta la storia.

E allora, come formulerò un augurio pasquale buono per tutti e accettabile anche dai tanti Tommaso che oggi non credono più?

Come tradurrò in termini nuovi un annuncio di liberazione io, successore di quelli apostoli che potevano dire: “Non abbiamo mangiato e bevuto con Lui dopo la risurrezione dei morti”? Ecco, forse solo con una preghiera.
Aiutaci, o Signore, a portare avanti nel mondo e dentro noi la tua Risurrezione.

Donaci la forza di frantumare tutte le tombe in cui la prepotenza, l’ingiustizia, la ricchezza, l’egoismo, ii peccato, la solitudine, la malattia, il tradimento, la miseria, l’indifferenza hanno murato gli uomini vivi.

Metti una grande speranza nel cuore degli uomini, specialmente chi piange.

Concedi, a chi non crede in te, di comprendere che la tua Pasqua è l’unica forza della storia perennemente eversiva.
E poi, finalmente, o Signore, restituisci anche noi, tuoi credenti, alla nostra condizione di uomini.

Collocazione provvisoria

Nel Duomo vecchio di Molfetta c’è un grande crocifisso di terracotta. L’ha donato, qualche anno fa, uno scultore del luogo. Il parroco, in attesa di sistemarlo definitivamente, l’ha addossato alla parete della sagrestia e vi ha apposto un cartoncino con la scritta: collocazione provvisoria.

La scritta, che in un primo momento avevo scambiato come intitolazione dell’opera, mi è parsa provvidenzialmente ispirata, al punto che ho pregato il parroco di non rimuovere per nessuna ragione il crocifisso da li, da quella parete nuda, da quella posizione precaria, con quel cartoncino ingiallito. Collocazione provvisoria. Penso che non ci sia formula migliore per definire la croce. La mia, la tua croce, non solo quella di Cristo.

Coraggio, allora, tu che soffri inchiodato su una carrozzella. Animo, tu che provi i morsi della solitudine. Abbi fiducia, tu che bevi al calice amaro dell’abbandono. Non ti disperare, madre dolcissima, che hai partorito un figlio focomelico. Non imprecare, sorella, che ti vedi distruggere giorno dopo giorno da un male che non perdona. Asciugati le lacrime, fratello, che sei stato pugnalato alle spalle da coloro che ritenevi tuoi amici. Non angosciarti, tu che per un tracollo improvviso vedi i tuoi beni pignorati, i tuoi progetti in frantumi, la tue fatiche distrutte.

Non tirare i remi in barca, tu che sei stanco di lottare e hai accumulato delusioni a non finire. Non abbatterti, fratello povero, che non sei calcolato da nessuno, che non sei creduto dalla gente e che, invece del pane, sei costretto ad ingoiare bocconi di amarezza. Non avvilirti, amico sfortunato, che nella vita hai visto partire tanti bastimenti e tu sei rimasto sempre a terra. Coraggio. La tua croce, anche se durasse tutta la vita, è sempre “collocazione provvisoria”.
Il Calvario, dove essa è piantata, non è zona residenziale. E il terreno di questa collina, dove si consuma la tua sofferenza, non si venderà mai come suolo edificatorio.

Anche il Vangelo ci invita a considerare la provvisorietà della croce.

C’è una frase immensa, che riassume la tragedia del creato al momento della morte di Cristo.

“Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra”. Forse è la frase più scura di tutta la Bibbia. Per me è una delle più luminose. Proprio per quelle riduzioni di orario che stringono, come due paletti invalicabili, il tempo di cui è concesso al buio di infierire sulla terra. Da mezzogiorno, alle tre del pomeriggio. Ecco le sponde che delineano il fiume delle lacrime umane. Ecco le saracinesche che comprimono in spazi circoscritti tutti i rantoli della terra. Ecco le barriere entro cui si consumano tutte le agonie dei figli dell’uomo. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota. Al di fuori di quel orario, c’è il divieto assoluto di parcheggio. Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva anche da Dio. Coraggio, fratello che soffri. C’è anche per te una deposizione dalla croce. C’è anche per te una pietà sovraumana. Ecco già una mano forata ché schioda dal legno la tua. Ecco un volto amico, intriso di sangue e coronato di spine, che sfiora con un bacio la tua fonte febbricitante.

Ecco un grembo dolcissimo di donna che ti avvolge di tenerezza. Tra quelle braccia materne si svelerà, finalmente, tutto il mistero di un dolore che ora ti sembra assurdo.

Coraggio. Mancano pochi istanti alle tre del tuo pomeriggio. Tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga.

Don Tonino Vescovo

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Benvenuto Padre!

Il Cardinale Dionigi Tettamanzi

Il Cardinale Dionigi Tettamanzi

Eminenza Reverendissima e Caro Padre, le indicazioni per la visita decanale così si esprimevano: “La Messa dell’Arcrivescovo è l’atto più importante della visita pastorale; è il momento in cui il Vescovo celebra i santi misteri con il popolo e per il popolo”.

Nella chiesa locale si deve dare il primo posto alla Messa cui presiede il Vescovo circondato dal suo presbiterio e dai ministri con la partecipazione piena e attiva del popolo santo di Dio.
Si ha qui, infatti, una speciale manifestazione della Chiesa.
Dopo i giorni della comunicazione e dell’ascolto, ci ritroviamo tutti insieme ora per la celebrazione.

Portiamo all’altare del Signore tutta la nostra fragilità e la nostra povertà, assieme al sincero desiderio di seguirlo fino alla croce.

Questa assemblea che celebra il mistero di Cristo morto e risorto possa diventare nel nostro quartiere e nel nostro tempo, sempre più segno di una speranza incrollabile, capace di contagiare uomini e donne che abitano questo tempo disorientato e complesso ma sempre amato dal Signore, luce, via, verità, vita, pane fragrante per la nostra fame.

Egli invita tutti noi a spezzare continuamente questo pane, pane condiviso, pane di vicinanza e di solidarietà, perché anche questo tempo “abbia la vita e l’abbia in abbondanza”.

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Visita pastorale e… dintorni

Il Cardinale Dionigi Tettamanzi

Il Cardinale Dionigi Tettamanzi

Vescovo, episcopo, sorvegliante, supervisore, pastore, responsabile, successore degli apostoli che hanno ricevuto il “mandato” da Gesù: ininterrotta successione che ci ricollega a Gesù.
Sempre in riferimento al “popolo di Dio”.
Il Vescovo deve garantire che la Chiesa viva fedelmente l’Evangelo di Gesù, l’unico pastore : a Lui tutti dobbiamo obbedienza, gratitudine, fedeltà, amore…”Affinché vedano le vostre opere e rendano grazie al Padre che è nei cieli”.
La presenza di Dio nella storia non è mai un fatto pacifico e scontato: Gesù Cristo è e sarà sempre “segno di contraddizione” (Luca 2).
La beatitudine, la ricerca di felicità a cui tutti aneliamo, implica una purificazione del nostro desiderio, attraversando le nostre fragilità e le mille contraddizioni che abitano il cuore dell’uomo.
Anche a noi, oggi, Chiesa viva, è chiesto un discernimento. Il Vescovo vive intensamente questo tempo, cercando di ascoltare il Signore che, attraverso l’esperienza parla a noi, oggi, indicando e sostenendo il cammino.

Una Chiesa attenta ai “segni dei tempi”, capace oggi di comunicare speranza.

A questo Il Vescovo deve “sovrintendere”.

Siamo in diocesi di Milano, la Chiesa dei santi Ambrogio e Carlo: il contesto della città di Milano è caratterizzato da un confronto con la modernità e con lo stile di vita della metropoli, cosmopolita, multi etnica, multi culturale, multi tutto…
L’annuncio del Vangelo deve fare i conti con una cultura che sembra indifferente alla trascendenza e con una domanda religiosa che rimane lontana dal Vangelo e spesso vuole fare a meno della Chiesa, ma che lascia intravedere anche tanti segni positivi.

Dobbiamo affrontare con coraggio e fiducia queste nuove sfide, leggendo il presente con discernimento evangelico.
C’è un nuovo volto della Chiesa da costruire insieme perché il contesto sociale cambia e il mondo si trasforma continuamente: sorge qui l’urgenza di annunciare e testimoniare il Vangelo a tutti “rifacendo il tessuto cristiano della nostra comunità”.
Occorre realizzare una “conversione spirituale” delle nostre comunità prima che una riforma strutturale.
Le parrocchie sono, comunque, una grande risorsa, specie in quartieri di periferia: le nostre chiese sono una casa dove nessuno è straniero, hanno un profondo radicamento nel territorio.
Esse intercettano le relazioni primarie delle persone, delle famiglie, dove si vivono le esperienze fondamentali della vita, quali il nascere e il morire, l’amare e il soffrire.
Dobbiamo sentirci impegnati di più nell’accoglienza e nell’ascolto dei tanti che vengono a cercarci ogni giorno o che vengono in contatto con la comunità cristiana.
Tutti siamo impegnati a costruire comunità cristiane vive, con un volto riconoscibile, attraente, accogliente, dove l’annuncio e la testimonianza del Vangelo abbia la precedenza su ogni altra esperienza della parrocchia.
C’è una conversione che è sempre da attuare: Dio non è una formula dottrinale, non è una tradizione: è una proposta di vita, in grado di trasformare la vita.

Interno chiesa Sant'Apollinare in Baggio

Interno chiesa Sant'Apollinare in Baggio

Come viviamo questa dimensione nelle nostre parrocchie?
Un piccolo esempio: ancora oggi i genitori sentono il “dovere” di dare ai loro figli una educazione cristiana e, pertanto li iscrivono al catechismo, ma quale coscienza hanno del loro compito?
L’iscrizione al catechismo viene vista piuttosto come “istruzione”, una infarinatura religiosa, una sorta di “pedaggio da pagare” al costume sociale, per l’educazione dei loro figli…
Occorrerà ripensare a questo percorso che, con la cresima si pensa concluso.
Occorrerà ripensare meglio al raccordo fede-vita: non chI dice “Signore, Signore”, ma chi fa la volontà di Dio…(Mt. 7) .

Una iniziazione cristiana, per essere vera, dovrebbe avere questo andamento:

1.    La conoscenza della Rivelazione, l’accostamento alle Sacre scritture, l’insegnamento della dottrina.
2.    La pratica della preghiera come relazione personale col Signore, dimensione spirituale dell’esistenza, appropriazione personale dei contenuti della fede…cammino di “iniziazione cristiana” che ti mette in ascolto di “Qualcuno”, non di una “dottrina”…
3.    Mettere in pratica nel quotidiano, confrontando il Vangelo con il nostro vissuto: una vita che nei comportamenti esprima il Vangelo.

Questa è “iniziazione”: all’esperienza di Dio, alla dimensione spirituale dell’esistenza, non ad un apprendimento di “nozioni” che non mette in discussione la vita.
E’ solo un  esempio che ci richiama tutti allo spessore dell’esperienza di Chiesa come esperienza di un Dio che ci si mette accanto per dare consistenza alla nostra vita, per renderla più umana, redenta, aperta alla comunione con Lui e al servizio dei fratelli.
La visita pastorale, pertanto, suggerisce una operazione sempre attuale: domandarsi se quello che testimoniamo nella concreta esperienza di comunità, risponde davvero all’annuncio del vangelo, oppure al criterio del “si è sempre fatto così”.
Dobbiamo sempre stare attenti a non fare diventare “precetto di Dio” quello che è, invece, soltanto “tradizione di uomini” (Mt. 7).

Ci accompagni in questo lavoro di conversione la grazia di Dio e la benedizione dell’arcivescovo.

Don Vittorio

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Il Cardinale Arcivescovo visita il Decanato di Baggio

Card. Dionigi Tettamanzi

Card. Dionigi Tettamanzi

La visita pastorale del nostro Arcivescovo avverrà nel mese di Febbraio, giovedì 3 e domenica 6. Questo articolo vuole avere anzitutto il compito di informare e preparare la nostra comunità di Sant’Apollinare.

Il Decanato di Baggio è composto da nove parrocchie più la cappellania dell’ospedale San Carlo.

Il Vescovo si propone di conoscere più in dettaglio la nostra realtà decanale circa lo stile, lo spirito, la temperie spirituale. Suo compito è quello di animare, aiutare a vivere il cristianesimo in una città difficile, per incoraggiare, dare animo.

Viene pure per confermare e correggere, mirando allo sviluppo di una pastorale unitaria su tutto il nostro territorio.

Come ogni evento di Chiesa occorrerà vivere la visita pastorale con fede e cercare di prepararla nella preghiera.

La visita pastorale è una delle forme con le quali il Vescovo mantiene i contatti personali con il clero e con gli altri membri del popolo di Dio, per conoscerli, dirigerli, esortarli alla fede e alla vita cristiana, per vedere con i propri occhi nella loro concreta efficienza le strutture e gli strumenti destinati al servizio pastorale. (Ecclesiae imago).

Per ogni parrocchia del decanato vuole essere anzitutto un momento di riflessione, di valutazione, di verifica del cammino, per cogliersi come parte di una Chiesa che, nei suoi riferimenti istituzionali, garantisce la fedeltà a Cristo.

I Consigli pastorali delle varie parrocchie hanno il compito di preparare per il Vescovo un documento di presentazione della singola parrocchia che verrà consegnato al Decano per una sintesi decanale.Questa opportunità mi ha permesso, come Decano, di visitare a mia volta tutte le parrocchie del decanato ed è stato per me una forte esperienza di fraternità e di condivisione pastorale. Oltre all’incontro con i presbiteri miei confratelli, la visita in ogni parrocchia comportava una seduta del Consiglio pastorale ed una celebrazione eucaristica, da me presieduta, al sabato sera o alla domenica mattina.

Mons. Erminio De Scalzi

Mons. Erminio De Scalzi

Nella mia parrocchia, invece, sarà il Vicario della città, Sua Ecc. Mons. Erminio De Scalzi a partecipare al Consiglio Pastorale: questo incontro avverrà la sera del 10 gennaio 2011 alle ore 21,00, nella sala rossa dell’Oratorio San Luigi in Via Cabella, 18.

A lui presenteremo il documento che illustra la situazione delle nostre parrocchie che lui stesso farà pervenire al Cardinale.
Ogni gruppo parrocchiale sta lavorando a questo scopo: oltre al quadro generale della parrocchia, occorrerà presentare anche la situazione patrimoniale ed eventuali segnalazioni o prospettive.

Il programma specifico della visita avrà il seguente andamento:

Lunedì 31 gennaio 2011
Alle ore 9 in udienza privata, il Cardinale riceverà il Decano don Vittorio Ventura, il quale presenterà la relazione del lavoro di preparazione svolto in tutto il decanato.

Giovedì 3 febbraio 2011
Il Cardinale per tutta la giornata sarà presente in decanato presso la parrocchia San Pier Giuliano Eymard, per l’incontro con presbiteri, religiosi, religiose e operatori pastorali a tempo pieno.

Alla sera, ore 21, presso l’Oratorio S.Luigi in Via Cabella, 18, vi sarà un’assemblea di tutti i Consigli pastorali delle parrocchie per ascoltare domande da parte dei consiglieri e racconti di esperienze significative del decanato.

Domenica 6 febbraio 2011
Alle ore 16, concelebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale per tutto il decanato, nella Chiesa di Sant’Apollinare. Parteciperanno, con tutta la popolazione, anche tutti i presbiteri di tutte le parrocchie del decanato.

Nei mesi che seguiranno, il Cardinale farà pervenire ai C.P.P. e a tutti i fedeli una sua lettera.

Ci disponiamo a vivere con fede questa visita del nostro pastore, affinché il Signore ci renda servitori sempre più credibili del suo Vangelo.

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Parrocchia: un cantiere che non chiude mai…

Chiesa di Sant'Apollinare in Baggio

Chiesa di Sant'Apollinare in Baggio

Mi ha molto colpito l’inizio della prolusione del Card. Angelo Bagnasco al Consiglio Permanente della C.E.I. che si è tenuto lunedì 27 settembre 2010 a Roma.
Così si esprime parlando delle Parrocchie:
“Ci sentiamo in profonda sintonia con le comunità cristiane che costellano il territorio del nostro Paese e vivono queste settimane in grande fermento per l’avvio del nuovo anno pastorale.
La parrocchia, quale «luogo» di generazione e di esperienza della fede – in osmosi, per quanto è possibile, con la famiglia e in aiuto della stessa – ha compiti che la inducono a «osare» continuamente, ad essere pronta a ricominciare da capo con chiunque incontri sui sentieri della vita.
Ognuno, infatti, ha diritto ad imbattersi con la comunità cristiana, così da esserne interpellato e poterla vivere: per questo essa si sforza di rinnovarsi «dal di dentro», attenta e sollecita al pensiero di Cristo, attingendo al mistero della sua presenza eucaristica, cercando con sapienza di recuperare il senso dei vari gesti qualificanti la vita cristiana, a partire dal segno della croce (cfr Benedetto XVI, All’Angelus, 30 maggio 2010).
Il nostro è un tempo infatti in cui conviene non dare nulla per scontato.
Con ragionevole flessibilità, ed entro una certa misura, la comunità parrocchiale modula le proprie proposte in considerazione dei ritmi variegati della società di oggi.
Anche attraverso una «pastorale occasionale», si fa attenta al «frammento» e, chinandosi su ogni «germoglio», gli fa spazio e ne difende la vitalità.
Per la verità, le nostre parrocchie – in generale – sono simili a cantieri che non chiudono mai.
Quasi tutte si propongono anche nel tempo estivo; saremmo tentati di dire che in questa estate – ancor più che in passato – le case parrocchiali, le strutture di soggiorno specialmente montano, gli oratori e patronati, con il proprio corredo di strutture per lo sport e il gioco, si sono riempiti come non mai.
E questo grazie a programmazioni finalizzate sempre all’educazione, in cui la presenza di animatori, spesso adulti e genitori, è preziosa garanzia di arricchenti scambi fra le generazioni. La Chiesa mette a servizio il patrimonio educativo che le è proprio e accompagna i giovani a sperimentare se stessi, la loro energia di vita, senza eludere i propri disagi e le proprie inquietudini… E questo anche a livello di adulti e famiglie…”
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“Modulare le proprie proposte in considerazione dei ritmi variegati della società di oggi…”: è un grande richiamo a rinnovarsi, a cominciare daccapo, a mettersi umilmente in ascolto degli uomini e delle donne di oggi per poterli aprire alla gioia del Vangelo.
I richiami del nostro Arcivescovo Dionigi Tettamanzi ad essere “santi”, “testimoni credibili”, ci obbligano a rivisitare la “pastorale ordinaria” per concentrarsi su ciò che è essenziale.
Nella lettera inviata a tutti i fedeli, che potete trovare anche sul tavolo della “buona stmapa” della nostra Parrocchia, vengono presentate varie iniziative: mi preme sottolinearne due che aiutano a comprendere le motivazioni dell’esigenza di un rinnovamento.
La prima è la nuova modalità dell’iniziazione cristiana, la seconda è la visita alle famiglie.
Per l’iniziazione cristiana si parte dalla constatazione che: “…oggi non è più possibile presupporre che la richiesta dei sacramenti per i figli piccoli comporti la conoscenza in profondità degli stessi e di che cosa significhi accompagnare la crescita dei bambini in una vita di fede”.
Occorrerà pertanto avviare una relazione serena e significativa fra la comunità cristiana e i genitori.
I sacramenti non si richiedono per abitudine e tradizione, ma per scelta e convinzione.
Ci sono pertanto modalità diverse anche per il cosiddetto “catechismo”, con una marcata attezione alle famiglie e al loro coinvolgimento.
La visita alle famiglie. La proposta concreta è di svolgere la visita alle famiglie, con il necessario coinvolgimento oltre dei presbiteri, anche dei diaconi, delle persone consacrate e dei laici.
In particolare, il coinvolgimento dei laici va compreso nel suo significato autentico: non è una semplice funzione di supplenza dei sacerdoti, ma il farsi presente presso le famiglie della comunità cristiana in tutte le sue articolazioni, è attestare, anche attraverso questo segno, che i laici sono veramente protagonisti dell’impegno missionario della Chiesa.
Auspico che anche attraverso queste considerazioni, tanti laici, tante famiglie possano avvertire una speciale chiamata a rendersi disponibili per questi servizi alla Parrocchia e lo comunichino al Parroco.
Buon anno Pastorale a tutti.

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