5 giugno 2016 – Terza Domenica dopo Pentecoste (anno C)

Che la relazione con Dio non sia facile, ce ne accorgiamo tutti, a cominciare dalla sua invisibilità ma anche dalla rigidità dei nostri pensieri che spesso applicano a Dio progetti e schemi del tutto estranei a Lui. Il serpente che parla è la figura di quel male che si annida in noi nella forma velenosa del dubbio e del sospetto circa il bene che Dio prova per noi.

La Parola che ci viene donata oggi è un invito a guardare dentro di noi per riconoscere la sincerità della nostra apertura a Dio. Forse anche noi, figli di Adamo, ci sottraiamo a Lui o ci limitiamo a stare ad una doverosa distanza. Giuseppe e Maria, con la loro esperienza di fede, assicurano che nulla è migliore di un’adesione totale alla sua iniziativa.

don Paolo

Qui le letture: http://spl.ink/letture_05062016

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