28 settembre 2014 – 5a domenica dopo il Martirio di San Giovanni Battista

Il primo e più grande impegno dei figli di Dio consiste nel tenere forti i legami con il Padre, con la vita e con tutti i fratelli: amerai il Signore tuo Dio, che non vedi, e avrai cura anche di te stesso per essere capace di amare veramente ogni persona che vedi accanto a te. Non c’è altra regola superiore a questa o che in essa non sia contenuta.

Sollecitati da questo richiamo, invochiamo lo Spirito santo sul Sinodo dei Vescovi, che tra pochi giorni affronterà le problematiche attuali della famiglia, e sul nostro oratorio, che riprende il suo servizio. Chiediamo a Lui di ispirarci ad amare come Gesù e di rendere la Chiesa, in questo tempo travagliato,luce di verità, voce di giustizia e lievito di solidarietà.

don Paolo

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Corso Biblico Decanale 2014-2015

Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino.

«Perché cercate tra i morti colui che è vivo?»

E’ dedicato al tema della ricerca di Gesù nel Vangelo secondo Luca il nuovo ciclo di 5 incontri del consueto Corso Biblico Decanale, la cui edizione 2014-2015 prenderà il via domenica 5 ottobre 2014.

Il Corso è guidato da don Franco Manzi, docente di Sacra Scrittura presso la sede di Venegono del Seminario Arcivescovile di Milano, e si terrà presso la scuola “Madre Bucchi” di via Palmi ang. via Cividale del Friuli.

Tutti gli incontri avranno inizio alle ore 15:00 e si concluderanno alle ore 18:00.

Questo il programma:

Domenica 12 Ottobre 2014
1. «Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme»
Tappe del Vangelo secondo Luca.

Domenica 9 Novembre 2014
2. «Gesù cresceva in sapienza, statura e grazia»
Spiritualità della famiglia di Nazareth e crescita di Gesù.

Domenica 14 Dicembre 2014
3. «Ti dico la mia riconoscenza, o Padre…»
Preghiera riconoscente e figliolanza divina del Gesù secondo Luca.

Domenica 18 Gennaio 2015
4. «Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro»
Centro della “buona notizia” del Gesù secondo Luca.

Domenica 8 Febbraio 2015
5. «Veramente quest’uomo era giusto!»
«Paradossi» della passione di Gesù secondo Luca.

Iscriviti anche tu. Basta un contributo di 10 euro. Clicca qui per scaricare il pieghevole con la scheda di iscrizione.

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21 settembre 2014 – 4a domenica dopo il Martirio di San Giovanni Battista

Continuando la contemplazione di Gesù, eccoci oggi dinanzi ad una delle sue rivelazioni: “Io sono il pane che dà la vita. Chi si avvicina a me con fede non avrà più fame, chi mette la sua fiducia in me non avrà più sete”. Nel dono dell’Eucaristia, annunciato in queste parole, troviamo un sostegno indispensabile per amare, servire e lottare per il bene.

“Noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani”: facendo nostra la preghiera del profeta Isaia, chiediamo la grazia che, accogliendo Cristo nella Parola e nel Pane spezzato, la nostra esistenza sia unita alla sua sempre di più. Una fede convinta ci renda un segno vivo di Gesù e un pizzico di lievito di Vangelo.

don Paolo

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14 settembre 2014 – Esaltazione della Croce

Il 13 settembre del 335 l’imperatore Costantino e sua madre Elena fecero consacrare a Gerusalemme la grande chiesa della Risurrezione, divenuta poi nota come “basilica del santo Sepolcro”, nel centro dell’antica e santa città. Il monumentale edificio ingloba ancora oggi al suo interno il piccolo colle del Calvario e il sepolcro di Cristo.

Il ricordo storico è superato dalla venerazione, iniziata il giorno seguente, della croce di Cristo, unico mediatore tra Dio e l’umanità e garante dell’indivisibile unità tra il cielo e la terra. Ogni anno, in questa data, la liturgia ci chiama a contemplare la grande umiltà del Figlio, ubbidiente al Padre, e a scegliere di opporre ad ogni male il dono di sé per amore.

don Paolo

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7 settembre 2014 – 2a domenica dopo il martirio di San Giovanni Battista

In questo tratto dell’anno liturgico ambrosiano, ossia nel tempo dopo il martirio di Giovanni Battista, contempliamo il volto di Cristo, approfondendo la sua umanità e nel contempo il suo mistero. Egli si presenta a noi come immagine e rivelazione del Padre, che ama intensamente i suoi figli e vuole per loro comunione e pienezza di vita.

Guardando il Figlio, noi vediamo il Padre e comprendiamo che la sua volontà non è di giudicare ma di illuminare e di incoraggiare l’esistenza, secondo la promessa che ci è riferita oggi dal profeta Isaia: “Il Signore sarà per te luce eterna, il tuo Dio sarà il tuo splendore”. Aprendoci alla grazia, sempre disponibile, avviciniamoci al Signore con gioia.

don Paolo

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Messaggio del Santo Padre Francesco per la Quaresima 2014

PAPA: ESCE DA PORTA ANGELICA E SALUTA FOLLA FEDELISi è fatto povero per arricchirci con la sua povertà (cfr 2 Cor 8,9)

Cari fratelli e sorelle,
in occasione della Quaresima, vi offro alcune riflessioni, perché possano servire al cammino personale e comunitario di conversione. Prendo lo spunto dall’espressione di san Paolo: «Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2 Cor 8,9). L’Apostolo si rivolge ai cristiani di Corinto per incoraggiarli ad essere generosi nell’aiutare i fedeli di Gerusalemme che si trovano nel bisogno. Che cosa dicono a noi, cristiani di oggi, queste parole di san Paolo? Che cosa dice oggi a noi l’invito alla povertà, a una vita povera in senso evangelico?

La grazia di Cristo
Anzitutto ci dicono qual è lo stile di Dio. Dio non si rivela con i mezzi della potenza e dellaricchezza del mondo, ma con quelli della debolezza e della povertà: «Da ricco che era, si è fatto povero per voi…». Cristo, il Figlio eterno di Dio, uguale in potenza e gloria con il Padre, si è fatto povero; è sceso in mezzo a noi, si è fatto vicino ad ognuno di noi; si è spogliato, “svuotato”, per rendersi in tutto simile a noi (cfr Fil 2,7; Eb 4,15). È un grande mistero l’incarnazione di Dio! Ma la ragione di tutto questo è l’amore divino, un amore che è grazia, generosità, desiderio di prossimità, e non esita a donarsi e sacrificarsi per le creature amate. La carità, l’amore è condividere in tutto la sorte dell’amato. L’amore rende simili, crea uguaglianza, abbatte i muri e le distanze. E Dio ha fatto questo con noi. Gesù, infatti, «ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con intelligenza d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato» (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. Gaudium et spes, 22).

Lo scopo del farsi povero di Gesù non è la povertà in se stessa, ma – dice san Paolo – «…perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà». Non si tratta di un gioco di parole, di un’espressione ad effetto! È invece una sintesi della logica di Dio, la logica dell’amore, la logica dell’Incarnazione e della Croce. Dio non ha fatto cadere su di noi la salvezza dall’alto, come l’elemosina di chi dà parte del proprio superfluo con pietismo filantropico.

Non è questo l’amore di Cristo! Quando Gesù scende nelle acque del Giordano e si fa battezzare da Giovanni il Battista, non lo fa perché ha bisogno di penitenza, di conversione; lo fa per mettersi in mezzo alla gente, bisognosa di perdono, in mezzo a noi peccatori, e caricarsi del peso dei nostri peccati. E’ questa la via che ha scelto per consolarci, salvarci, liberarci dalla nostra miseria. Ci colpisce che l’Apostolo dica che siamo stati liberati non per mezzo della ricchezza di Cristo, ma per mezzo della sua povertà. Eppure san Paolo conosce bene le «impenetrabili ricchezze di Cristo» (Ef 3,8), «erede di tutte le cose» (Eb 1,2).

Che cos’è allora questa povertà con cui Gesù ci libera e ci rende ricchi? È proprio il suo modo di amarci, il suo farsi prossimo a noi come il Buon Samaritano che si avvicina a quell’uomo lasciato mezzo morto sul ciglio della strada (cfr Lc 10,25ss). Ciò che ci dà vera libertà, vera salvezza e vera felicità è il suo amore di compassione, di tenerezza e di condivisione. La povertà di Cristo che ci arricchisce è il suo farsi carne, il suo prendere su di sé le nostre debolezze, i nostri peccati, comunicandoci la misericordia infinita di Dio. La povertà di Cristo è la più grande ricchezza: Gesù è ricco della sua sconfinata fiducia in Dio Padre, dell’affidarsi a Lui in ogni momento, cercando sempre e solo la sua volontà e la sua gloria. È ricco come lo è un bambino che si sente amato e ama i suoi genitori e non dubita un istante del loro amore e della loro tenerezza. La ricchezza di Gesù è il suo essere il Figlio, la sua relazione unica con il Padre è la prerogativa sovrana di questo Messia povero. Quando Gesù ci invita a prendere su di noi il suo “giogo soave”, ci invita ad arricchirci di questa sua “ricca povertà” e “povera ricchezza”, a condividere con Lui il suo Spirito filiale e fraterno, a diventare figli nel Figlio, fratelli nel Fratello Primogenito (cfr Rm 8,29).

È stato detto che la sola vera tristezza è non essere santi (L. Bloy); potremmo anche dire che vi è una sola vera miseria: non vivere da figli di Dio e da fratelli di Cristo.

La nostra testimonianza
Potremmo pensare che questa “via” della povertà sia stata quella di Gesù, mentre noi, cheveniamo dopo di Lui, possiamo salvare il mondo con adeguati mezzi umani. Non è così. In ogni epoca e in ogni luogo, Dio continua a salvare gli uomini e il mondo mediante la povertà di Cristo, il quale si fa povero nei Sacramenti, nella Parola e nella sua Chiesa, che è un popolo di poveri. La ricchezza di Dio non può passare attraverso la nostra ricchezza, ma sempre e soltanto attraverso la nostra povertà, personale e comunitaria, animata dalloSpirito di Cristo.

Ad imitazione del nostro Maestro, noi cristiani siamo chiamati a guardare le miserie dei fratelli, a toccarle, a farcene carico e a operare concretamente per alleviarle. La miseria non coincide con la povertà; la miseria è la povertà senza fiducia, senza solidarietà, senza speranza. Possiamo distinguere tre tipi di miseria: la miseria materiale, la miseria morale e la miseria spirituale. La miseria materiale è quella che comunemente viene chiamata povertà e tocca quanti vivono in una condizione non degna della persona umana: privati dei diritti fondamentali e dei beni di prima necessità quali il cibo, l’acqua, le condizioni igieniche, il lavoro, la possibilità di sviluppo e di crescita culturale. Di fronte a questa miseria la Chiesa offre il suo servizio, la sua diakonia, per andare incontro ai bisogni e guarire queste piaghe che deturpano il volto dell’umanità. Nei poveri e negli ultimi noi vediamo il volto di Cristo; amando e aiutando i poveri amiamo e serviamo Cristo. Il nostro impegno si orienta anche a fare in modo che cessino nel mondo le violazioni della dignità umana, le discriminazioni e i soprusi, che, in tanti casi, sono all’origine della miseria. Quando il potere, il lusso e il denaro diventano idoli, si antepongono questi all’esigenza di una equa distribuzione delle ricchezze. Pertanto, è necessario che le coscienze si convertano alla giustizia, all’uguaglianza, alla sobrietà e alla condivisione.

Non meno preoccupante è la miseria morale, che consiste nel diventare schiavi del vizio e del peccato. Quante famiglie sono nell’angoscia perché qualcuno dei membri – spesso giovane – è soggiogato dall’alcol, dalla droga, dal gioco, dalla pornografia! Quante persone hanno smarrito il senso della vita, sono prive di prospettive sul futuro e hanno perso la speranza! E quante persone sono costrette a questa miseria da condizioni sociali ingiuste, dalla mancanza di lavoro che le priva della dignità che dà il portare il pane a casa, per la mancanza di uguaglianza rispetto ai diritti all’educazione e alla salute. In questi casi la miseria morale può ben chiamarsi suicidio incipiente. Questa forma di miseria, che è anche causa di rovina economica, si collega sempre alla miseria spirituale, che ci colpisce quando ci allontaniamo da Dio e rifiutiamo il suo amore. Se riteniamo di non aver bisogno di Dio, che in Cristo ci tende la mano, perché pensiamo di bastare a noi stessi, ci incamminiamo su una via di fallimento. Dio è l’unico che veramente salva e libera.

Il Vangelo è il vero antidoto contro la miseria spirituale: il cristiano è chiamato a portare in ogni ambiente l’annuncio liberante che esiste il perdono del male commesso, che Dio è più grande del nostro peccato e ci ama gratuitamente, sempre, e che siamo fatti per la comunione e per la vita eterna. Il Signore ci invita ad essere annunciatori gioiosi di questo messaggio di misericordia e di speranza! È bello sperimentare la gioia di diffondere questa buona notizia, di condividere il tesoro a noi affidato, per consolare i cuori affranti e dare speranza a tanti fratelli e sorelle avvolti dal buio. Si tratta di seguire e imitare Gesù, che è andato verso i poveri e i peccatori come il pastore verso la pecora perduta, e ci è andato pieno d’amore. Uniti a Lui possiamo aprire con coraggio nuove strade di evangelizzazione e promozione umana.

Cari fratelli e sorelle, questo tempo di Quaresima trovi la Chiesa intera disposta e sollecitanel testimoniare a quanti vivono nella miseria materiale, morale e spirituale il messaggio evangelico, che si riassume nell’annuncio dell’amore del Padre misericordioso, pronto ad abbracciare in Cristo ogni persona. Potremo farlo nella misura in cui saremo conformati a Cristo, che si è fatto povero e ci ha arricchiti con la sua povertà. La Quaresima è un tempo adatto per la spogliazione; e ci farà bene domandarci di quali cose possiamo privarci al fine di aiutare e arricchire altri con la nostra povertà. Non dimentichiamo che la vera povertà duole: non sarebbe valida una spogliazione senza questa dimensione penitenziale. Diffido dell’elemosina che non costa e che non duole.

Lo Spirito Santo, grazie al quale «[siamo] come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto» (2 Cor 6,10), sostenga questi nostri propositi e rafforzi in noi l’attenzione e la responsabilità verso la miseria umana, per diventare misericordiosi e operatori di misericordia. Con questo auspicio, assicuro la mia preghiera affinché ogni credente e ogni comunità ecclesiale percorra con frutto l’itinerario quaresimale, e vi chiedo di pregare per me. Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca.

Dal Vaticano, 26 dicembre 2013
Festa di Santo Stefano, diacono e primo martire

Francesco

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Primavera di Baggio

primavera_BaggioLa seconda edizione della Stagione Concertistica Internazionale, organizzata con il Consiglio di Zona 7 e le Associazioni, è dedicata al tema di Alice “…nel paese delle meraviglie…” e si svolgerà presso la Chiesa Vecchia con un eccezionale programma musicale interpretato da protagonisti di grande valore.

Ecco il programma:

  • 12 aprile 2013, “Nella tana del coniglio” – Musiche di Nicolai, Rinck, Mozart, Tchaikovskij, Puccini, Bernstein, Webber, Rachmaninoff
  • 19 aprile 2013, “Un tè fuori sé” – Musiche di Mozart, Bach, Fauré, Wolf, Stravinskij, Schostakovitch, Kapustin, Mistrangelo, Sciarrino, Bartòk
  • 26 aprile 2013, “Le aragoste fan quadriglia” – Musiche di Rinck, Forchhammer, Mozart, Delucchi, Prokofiev, Gershwin, Rachmaninoff
  • 3 maggio 2013, “Attraverso lo specchio” – Musiche di Barard, Mozart, Scarlatti, Piazzolla, Bartòk

Pianoforte: Davide CABASSI, Tatiana LARIONOVA, Mattia MISTRANGELO, Luca BURATTO, Alberto CHINES, Emanuele DELUCCHI, Martino SIMONE
Organo: Pierangelo BALLICU
Violino: Marco BRONZI
Viola: Andrea REPETTO
Violoncello: Marco RADAELLI
Tromba: Marco PIEROBON
Soprani: Maria RADOEVA, Leonora CASSATA, Roberta FRAMEGLIA
Baritono: Gianluca VALENTI

Tutti i concerti hanno inizio alle 20:45

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Sul finire della notte

Pietro si sveglia: è solo… su una barca… nella nebbia… ed è notte…

Vede qualcuno camminare sull’acqua…

…fantasmi?

Pietro riunisce in sé tutto il dubbio e tutta la paura dei dodici apostoli, di ogni discepolo, di ciascuno di noi, di fronte alle prove della fede…

Pietro non sa più: né dove si trova, né se deve andare avanti… e, confrontandosi con le parole del Vangelo, si rende conto di non avere “armi” per combattere…

Pietro è sfinito: sembra non esserci più via d’uscita fino a quell’ultima, unica, cosa che, forse, può ancora “fare”…

…abbandonarsi a Gesù…

Sul finire della notte. Incontro teatrale scritto, realizzato e leggermente interpretato da Angelo FRANCHINI.

Appuntamento mercoledì 13 marzo 2013, ore 21:00, Parrocchia Sant’Apollinare in Baggio. Ingresso libero.

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Notte e luce insieme

Van Gogh - Notte stellataVeglia in attesa del Natale
con il Gruppo Vocale Bereshìt di Lecco.
Suggestioni e incantamenti di don Angelo CASATI

Violino: Carol BERGAMINI
Clarinetto: Riccardo INVERNIZZI
Pianoforte: Antonio SCAIOLI
Chitarra: Tarcisia BONACINA
Musiche di Antonio SCAIOLI

Venerdì 21 dicembre 2012 – ore 21:00 – Chiesa Parrocchiale

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