28 settembre 2014 – 5a domenica dopo il Martirio di San Giovanni Battista

Il primo e più grande impegno dei figli di Dio consiste nel tenere forti i legami con il Padre, con la vita e con tutti i fratelli: amerai il Signore tuo Dio, che non vedi, e avrai cura anche di te stesso per essere capace di amare veramente ogni persona che vedi accanto a te. Non c’è altra regola superiore a questa o che in essa non sia contenuta.

Sollecitati da questo richiamo, invochiamo lo Spirito santo sul Sinodo dei Vescovi, che tra pochi giorni affronterà le problematiche attuali della famiglia, e sul nostro oratorio, che riprende il suo servizio. Chiediamo a Lui di ispirarci ad amare come Gesù e di rendere la Chiesa, in questo tempo travagliato,luce di verità, voce di giustizia e lievito di solidarietà.

don Paolo

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21 settembre 2014 – 4a domenica dopo il Martirio di San Giovanni Battista

Continuando la contemplazione di Gesù, eccoci oggi dinanzi ad una delle sue rivelazioni: “Io sono il pane che dà la vita. Chi si avvicina a me con fede non avrà più fame, chi mette la sua fiducia in me non avrà più sete”. Nel dono dell’Eucaristia, annunciato in queste parole, troviamo un sostegno indispensabile per amare, servire e lottare per il bene.

“Noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani”: facendo nostra la preghiera del profeta Isaia, chiediamo la grazia che, accogliendo Cristo nella Parola e nel Pane spezzato, la nostra esistenza sia unita alla sua sempre di più. Una fede convinta ci renda un segno vivo di Gesù e un pizzico di lievito di Vangelo.

don Paolo

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14 settembre 2014 – Esaltazione della Croce

Il 13 settembre del 335 l’imperatore Costantino e sua madre Elena fecero consacrare a Gerusalemme la grande chiesa della Risurrezione, divenuta poi nota come “basilica del santo Sepolcro”, nel centro dell’antica e santa città. Il monumentale edificio ingloba ancora oggi al suo interno il piccolo colle del Calvario e il sepolcro di Cristo.

Il ricordo storico è superato dalla venerazione, iniziata il giorno seguente, della croce di Cristo, unico mediatore tra Dio e l’umanità e garante dell’indivisibile unità tra il cielo e la terra. Ogni anno, in questa data, la liturgia ci chiama a contemplare la grande umiltà del Figlio, ubbidiente al Padre, e a scegliere di opporre ad ogni male il dono di sé per amore.

don Paolo

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7 settembre 2014 – 2a domenica dopo il martirio di San Giovanni Battista

In questo tratto dell’anno liturgico ambrosiano, ossia nel tempo dopo il martirio di Giovanni Battista, contempliamo il volto di Cristo, approfondendo la sua umanità e nel contempo il suo mistero. Egli si presenta a noi come immagine e rivelazione del Padre, che ama intensamente i suoi figli e vuole per loro comunione e pienezza di vita.

Guardando il Figlio, noi vediamo il Padre e comprendiamo che la sua volontà non è di giudicare ma di illuminare e di incoraggiare l’esistenza, secondo la promessa che ci è riferita oggi dal profeta Isaia: “Il Signore sarà per te luce eterna, il tuo Dio sarà il tuo splendore”. Aprendoci alla grazia, sempre disponibile, avviciniamoci al Signore con gioia.

don Paolo

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La Via Crucis

XV stazione - La risurrezione di Gesù nel terzo giorno

XV stazione - La risurrezione di Gesù nel terzo giorno

Esprimo grande commozione e compiacimento per la gradita sorpresa di poter vedere collocate nella nostra chiesa parrocchiale le opere realizzate dal pittore Angelo Sutti (1902-1994) e in modo particolare la sua significativa Via Crucis.

Dopo gli anni della guerra e la morte di suo fratello si era avvicinato molto alla Chiesa e cominciò pensare a questa sua ultima grande opera.

I soggetti religiosi che lo ispiravano avevano caratterizzato in modo prevalente l’ultimo arco della sua produzione. L’arte si sposava con la vita, trasfigurando negli affreschi caldi e intensi accorata partecipazione alle sofferenze dell’uomo, profondità di sentimenti, senso del mistero affascinante di un Dio che ci amò sino alla fine».

Passione di Cristo, passione dell’uomo.

Dopo aver fondato, con Tullio del Santis, l’Unione Samaritana Visitatori per seguire i malati soli ricoverati negli ospedali, pensò di riprodurre gli affreschi su un librettino da regalare ai malati costretti a letto che i Samaritani si recavano a visitare.

Abbiamo pensato come Parrocchia di rieditare questo libretto come testimonianza viva di una vicinanza al mistero del dolore, che “trasfigurato” nell’arte attraverso gli affreschi, continuerà come silente preghiera a cantare a Dio, dalle pareti della nostra chiesa, il canto della speranza e della fede in Cristo Gesù che ci ha salvati per mezzo della sua Croce e Risurrezione.

Con un fraterno grazie e un sincero ricordo nella preghiera per la dottoressa Grazia Sutti, figlia del pittore, che ha voluto fossero collocate nella nostra chiesa le opere del papà.

Don Vittorio Ventura
Parroco di S. Apollinare in Baggio

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Milano, non perdere di vista Dio

Cardinale Angelo Scola

Il Cardinale Angelo Scola

“Ho bisogno di voi, di tutti voi, per poter svolgere nella gioia e non nel lamento questo gravoso compito, di cui, ne sono ben consapevole, dovrò rendere conto…”. Così nell’omelia di ingresso si è espresso il cardinale Angelo Scola. E ai fedeli ambrosiani e alla città chiede anche di restare “una metropoli illuminata operosa ed ospitale” mentre affida un primo impegno: “Non perdere di vista Dio”.

Rientrando dalle vacanze la diocesi dei santi Ambrogio e Carlo si trova ad accogliere il nuovo pastore per proseguire nella forza dello Spirito Santo un cammino di Chiesa, in “missione per Milano”, perché la posta in gioco è “essere testimoni credibili del senso cristiano dell’esistenza, mentre tanti oggi sembrano sopraffatti dal mestiere di vivere”.

Tante sono le sfaccettature e le spinte propulsive di questo inizio di anno pastorale: le elezioni dei consigli pastorali e decanali, il grande appuntamento dell’incontro mondiale delle famiglie nel 2012, le iniziative delle singole parrocchie …

1) Il rinnovo del Consiglio Pastorale Parrocchiale è un forte invito a considerare la chiesa sotto il profilo della corresponsabilità. All’interno di questo numero dell’informatore trovano posto anche alcune riflessioni in proposito. Il compito del parroco è di rinnovare ancora una volta caldamente a tutti coloro che sentono di dover dare il proprio contributo alla crescita della comunità, l’invito a presentare la propria candidatura e ringraziare di cuore tutti coloro che si sono resi disponibili per questo importante servizio alla Chiesa.

2) Avremo modo a più riprese di considerare l’avvenimento del VII Incontro mondiale delle famiglie che verrà celebrato nel 2012. La preghiera che vogliamo elevare al Signore è che questo evento possa avere una ricaduta positiva e significativa nelle nostre realtà familiari e parrocchiali.

3) Nel clima della “Sagra di Baggio”, durante la S. Messa unificata delle ore 10,30 avverrà nella nostra chiesa la benedizione della nuova via Crucis. Si tratta di quindici affreschi del pittore Angelo Sutti, che ripercorrono le stazioni tradizionali della “Via Crucis” fino alla risurrezione. Devo ringraziare sentitamente e con grande affetto Grazia Sutti, figlia del pittore, per questo dono che impreziosisce la nostra basilica: anche altre opere collocate nella cappellina e nella sagrestia arricchiscono il patrimonio artistico.

Con grande determinazione e generosità Grazia Sutti, ha tenuto a questo avvenimento per dare degna collocazione alle opere del papà e favorire la preghiera del popolo fedele con grande gusto estetico: “ la bellezza salverà il mondo “. Vogliamo pregare per lei e per la sua bella famiglia e ringraziare con tanto affetto anche per la famigliarità e l’amicizia reciproca che sono scaturite da questa circostanza.

A conclusione della celebrazione eucaristica verrà offerto anche un rinfresco in Oratorio.

Stiamo inoltre ultimando un libretto con la riproduzione degli affreschi della via Crucis con un significativo commento delle Cappuccine di Correggio – RE).

Ci auguriamo, infine, che si possa arrivare quanto prima all’apertura del “rosone” e alla pitturazione delle pareti interne della chiesa: ne riceveranno grande risalto anche le opere che vi sono state collocate.

don Vittorio

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Follie di mezza estate: ripensando la Pasqua…

Caravaggio, "Cena in Emmaus"

Caravaggio, "Cena in Emmaus"

Sarà perché di solito “estate” viene abbinato a “vacanze”, nel senso anche di vuoto, di spensieratezza…
Sarà perché, a volte, si avverte una grande distanza tra il vissuto dei credenti e la celebrazione della “speranza cristiana che scaturisce dalla pasqua…”
Sarà perché quest’anno la Pasqua è capitata “alta” (24 aprile), quasi a ridosso dell’estate… Per tutti questi motivi e… altri ancora non riesco a… passare ad altro, ad archiviare la Pasqua! Faccio una cosa insolita: “in occasione dell’estate…vi parlerò della S. Pasqua…” Dopotutto l’estate dovrebbe anche offrire possibilità per pause meditative, un tempo per lo spirito…
Ci tento… mi butto: ripensiamo la Pasqua… E’ risorto, è qui… Quale presenza?
Spirituale? Nella memoria? Nel suo
insegnamento? Tutto questo, anche.
Ma soprattutto “novità di vita”, possibilità inattesa di percepire il mistero…:
“non cercate tra i morti …è risorto… è vivo… è qui…”.
E’ qui perché su di Lui possiamo fissare il nostro sguardo, orientare le nostre scelte, rifare ì nostri programmi, riesprimere i nostri impegni…
Gesù Cristo è il vivente, presente per tutti i secoli nella sua comunità, nell’universo intero, in ogni creatura.
Questo significa dire che è risorto… .
L’affermazione della fede non si ferma sul solo stupore della rianimazione di un cadavere, ma sulla vigorosa vitalità del nuovo Adamo che sulle nostre strade ci incrocia per diventare proposta di vita nuova…

  • “Quo vadis Petre? Perché mi perseguiti, Paolo? Perché recalcitri al pungolo?
  • Perché, discepoli di Emmaus, siete diventati “sciocchi e tardi di cuore? Perché non ricordate le Scritture?… ve lo avevo predetto!…

…Ritorna sui suoi passi Pietro, primo vescovo di Roma, riaggrega i fratelli, muore sulla croce, come il Maestro…
…Cade da cavallo Paolo, infaticabile
missionario del Risorto, afferrato dal suo Signore, per il quale, come emblematicamente ci dice il suo martirio, ha letteralmente perso la testa: “…per me vivere è Cristo…non voglio sapere altro ‘in mezzo a voi se non Gesù Cristo…Gesù Cristo crocifisso…né morte, né vita, né angeli, né principati, né presente, né avvenite, niente ci può ormai, separare dall’amore di Dio in Cristo Gesù, Signore nostro”.
…Si aprono gli occhi ai discepoli di Emmaus…si scalda il cuore nel petto ascoltando le scritture. Gesù Cristo non è un melanconico “leader”, bravo purchessia, anch’egli pieno di parole e di promesse che sono andate in fumo…
Gesù è l’amore di Dio, fatto carne per rivitalizzare la carne, fatto pane perché il mondo abbia vita e l’abbia in abbondanza, perché la comunione con Lui, risorto e vivo, vinca tutte le solitudini, abbatta le barriere e irrompa come spirito rinnovatore su tutta la faccia della terra. …”Sciocchi e tardi di cuore e di orecchie! Non ricordate? Non ricordate? QUESTA E’ LA PASQUA, io ve lo avevo predetto…
E’ dono potente dello Spirito di Dio, non è frutto di ragionamento umano che si ferma sul suo limite: sono passati tre giorni… speravamo… QUESTA E’ LA MESSA DOMENICALE…
non è solo precetto
non è solo dovere
non è solo rito…
è riappropriazione dello slancio vitale del Risorto che ci permette di testimoniare nel mondo la speranza possibile, l’accoglienza trepida, la spregiudicata vicinanza a tutti quanti il dolore, la sofferenza, la miseria, la violenza opprime…
…Conosco il tuo nome, fratello libico o tunisino: non me l’ha detto Maroni e neppure Borghezio…
L’ho imparato al sepolcro di Cristo che ha vinto tutte le discriminazioni e i razzismi.
So che ti devo amare, che devo promuovere leggi e permessi che tutelino la tua dignità.
So, soprattutto, che devo cambiare mentalità e cuore per riconoscerti mio prossimo, mio parente, perché più vicino a noi sia il Cristo vivo che, tra l’altro, ha la pelle come la tua…
…Conosco il tuo nome, fratello tossicomane… tu mi provochi perché fai gli scippi, perché ti prostituisci e ti abbruttisci, perché fai del male e ti fai del male, perché diventi un potenziale candidato al suicidio per overdose.,. ma nel tuo volto inebetito e allucinato io riconosco le mie mille dipendenze, mascherate dalle
convenienze sociali, che cercano di prendere le distanze da te definendoti trasgressore e
punibile per non vedere in te lo sfacelo della mancanza di valori del nostro vivere quotidiano che noi, comunque, tranquillamente ingoiamo.
“Mostrami un uomo la cui vita
è andata male
ti mostrerò mille ragioni
per cui è solo un caso
se al suo posto non ci sei tu”. …Conosco il tuo nome, fratello malato e stanco… sorella dolcissima cui è diventato un peso la vita, carica di incredibili tensioni e nevrosi; genitore preoccupato per il futuro dei figli, per la loro educazione, in questo mondo di inaudite violenze, di mortificanti anestesie, dove, tra l’altro, anche casa e lavoro non sono più garantiti.
Non sono le ricette, la soluzione…non sono i farmaci… non sono i fluidi… non sono le carte i rimedi.
Dio conosce il segreto dei cuori, Dio è balsamo consolatore, Dio è gioiosa sorpresa…
E’ ancora possibile essere uomini…
Si può ancora credere nella vita, possiamo ancora scommettere sugli ideali…
Gesù Cristo è l’uomo nuovo…si è lasciato alle spalle lo sfacelo delle piaghe e della morte…per me, per voi fratelli e sorelle: è la esaltante possibilità della vita vissuta come servizio dell’amore e nella gratuità…
“lo sono con voi…tutti i giorni…fino alla fine del mondo…” .
Perché la forza sfolgorante della risurrezione possa diventare per ciascuno di noi concreta e praticabile, possa cancellare i pessimismi, le chiusure, le paure, possa farci risentire popolo in cammino sulle strade nuove spalancate dal nuovo Adamo per la costruzione della civiltà dell’amore, possibile perché radicato sull’inaspettata risorsa della pasqua di Cristo. Egli per sempre, definitivamente, sconfigge i nostri scetticismi, ci fa riappropriare di ogni brandello di esistenza e ci impegna in ogni tempo a testimoniare il Cristo risorto, a testimoniare l’utopia, a testimoniare la gioia dell’indicibile presenza e comunione col Dio vivo.
“Gesù Cristo è risorto, è vivo, è qui…
Andate e ditelo a tutti…”.

don Vittorio

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Cento di questi quarant’anni!

Don Vittorio Ventura

Don Vittorio Ventura

Domenica 22 maggio 2011, nella Festa della Comunità, celebriamo il quarantesimo anniversario dell’ordinazione presbiterale di don Vittorio: 1971- 2011.

Un dono lungo quarant’anni!

Formidabili questi anni!

Il rendimento di grazie al Signore è incontenibile!

Sono stato condotto per mano nell’avventura dell’annuncio del Vangelo e, a questo punto, mi pare davvero di aver ricevuto tanto, tanto, tanto… lo ero un “raccoglitore di sicomori… il Signore mi ha preso…! “(Am 7,14) Sento profondo affetto, a questo riguardo, per tutti i miei familiari che mi hanno permesso, a 27 anni, di rispondere alla chiamata del Signore e mi hanno accompagnato sempre con trepidazione, rispetto e affetto. Continuerò a vivere intensamente il cammino di Chiesa in questo tempo complesso e disorientato, ma sempre abitato dal Signore: Lui che continua a donarmi serenità e consolazione per spendermi con passione e compassione nel ministero, per servire il popolo di Baggio e la Diocesi.

15+15+10=40

In questo rendimento di grazie voglio esprimere grande riconoscenza ai fratelli e alle sorelle delle comunità di San Giovanni Bono al quartiere Sant’Ambrogio (gli inizi del mio ministero: i miei primi 15 anni…) e di San Barnaba al Gratosoglio (altri 15 anni…) : con voi ho imparato ad essere prete, parroco, cristiano, credente… così come da 10 anni cerco di vivere qui a Sant’Apollinare…

Ho voluto far coincidere questo mio anniversario con la Festa della Comunità perché ne risultasse evidente lo stretto legame per l’annuncio del Vangelo e la testimonianza che ci é richiesta.

Ritroviamo lo stupore per poter percepire il disegno di Dio anche nelle trame della nostra storia attuale, di questo nostro tempo.

Dio ci ama… L’amore di Dio possa ardere e bruciare nei nostri cuori per poter illuminare e scaldare quanti incontreremo sul nostro cammino…

Il programma che abbiamo tentato di predisporre ha voluto tener presente questa dimensione di eccezionalità: tanti saranno i momenti e gli incontri, ma importante sarà la disponibilità a lasciarci provocare da questa ricorrenza.
E’ in questo senso che proponiamo “Tre serate bibliche in parrocchia”, aiutati a meditare e contemplare dal ` carissimo Angelo Reginato, amico fraterno, biblico ricco di sapiente competenza e affabilità.

Al di la delle parole, dovrà essere questo !’impegno primario per tutti i giovani e gli adulti della parrocchia. Vogliamo dare una risposta al Signore e già fin d’ora ci impegniamo a riservare per Dio queste serate. Gli incontri si svolgeranno nei giorni 16-17-18 maggio, in Chiesa, dalle ore 21 alle 22,30 per poter assaporare un po’ di silenzio e di contemplazione nel frastuono confuso e convulso della città… Un po’ di deserto per ritrovare se stessi, per incontrare Dio, per riscoprirsi fratelli…

Dio ci aspetta a questo appuntamento…

Molto modestamente anch’io, come pastore di questa comunità vi aspetto… Sbilanciandomi un po’, oso dire che la vostra presenza sarà l’unico e prezioso “regalo” che mi aspetto per questa ricorrenza… “Chi, infatti, se non proprio voi, potrebbe essere la nostra speranza, la nostra gioia, e la corona di cui ci possiamo vantare davanti al Signore Gesù Cristo, nel momento della sua venuta? Siete voi la nostra gloria e la nostra gioia…” (1Ts 2,19-20)

Don Vittorio

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Il dono della Pasqua

La gioia esuberante che sorprende la prima comunità cristiana all’annuncio dell’Angelo: ” Non è qui: è Risorto…Cercatelo tra i vivi…”, come vento impetuoso possa invadere la nostra comunità di Sant’Apollinare in Baggio, spazzando le nostre ansie e le nostre paure, aprendo i cuori alla speranza incredibile di un Dio vivo, accanto a noi per sempre, pellegrino sulle nostre strade, memoria provocante di un “quotidiano” abitato dalla Sua presenza di resurrezione, “Vita nuova”, possibile, oggi e qui…” lo sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo…”.

Irruzione di vita e di speranza nel tempo delle guerre e delle nevrosi, del terrore nucleare, delle ansie che annientano, della terra che sembra divenuta improvvisamente deserto inospitale, non più in grado di accogliere uomini e donne in fuga da inferni invivibili.

Al fascino di un uomo di Chiesa, “testimone di risurrezione “del nostro tempo, vescovo di Molfetta, don Antonino Bello, morto di tumore a 52 anni, presidente nazionale di “Pax Christi”, luminoso esempio di pace e vita, affido l’augurio per questa nostra Pasqua 2011.

Buona Pasqua a tutti!
Don Vittorio

don Tonino Bello

don Tonino Bello

Sono terribilmente indeciso sul tono da dare al mio augurio pasquale. Si diventa aridi o quando si hanno troppe cose da dire, o quando se ne hanno troppe poche. Io ne avrei tante, ma non trovo le parole. Vorrei parlarvi a lungo di tombe vuote, come grembi materni dopo il parto. Di macigni che rotolano dall’imboccatura dei sepolcri, liberandone la preda. Di pianti accorati di donne che cercano tra i morti il vivente. Ma ho l’impressione che mi attarderei in pezzi di bravura letteraria.

Vorrei parlarvi a lungo di primavere che irrompono, come segni di tempi interiori o di stagioni spirituali fiorenti sotto l’urto della grazia. Di fiumi d’erbe calpestate dai sandali di Maddalene premurose.

Di albe incantate che mutano in danza il lamento degli uomini. Ma forse spiazzerei chi non crede che la poesia è l’anima più vera della realtà.

Vorrei parlarvi a lungo di lui, risorto con le stigmate del dolore. Di schiavitù sconfitte. Di catene rotte. Di lacrime asciugate, Di abissi inebrianti di libertà, verso cui precipita, dopo quel mattino, la nostra vicenda personale. Ma forse resterebbero fuori gioco coloro che non credo alla Risurrezione come alla peripezia decisiva di tutta la storia.

E allora, come formulerò un augurio pasquale buono per tutti e accettabile anche dai tanti Tommaso che oggi non credono più?

Come tradurrò in termini nuovi un annuncio di liberazione io, successore di quelli apostoli che potevano dire: “Non abbiamo mangiato e bevuto con Lui dopo la risurrezione dei morti”? Ecco, forse solo con una preghiera.
Aiutaci, o Signore, a portare avanti nel mondo e dentro noi la tua Risurrezione.

Donaci la forza di frantumare tutte le tombe in cui la prepotenza, l’ingiustizia, la ricchezza, l’egoismo, ii peccato, la solitudine, la malattia, il tradimento, la miseria, l’indifferenza hanno murato gli uomini vivi.

Metti una grande speranza nel cuore degli uomini, specialmente chi piange.

Concedi, a chi non crede in te, di comprendere che la tua Pasqua è l’unica forza della storia perennemente eversiva.
E poi, finalmente, o Signore, restituisci anche noi, tuoi credenti, alla nostra condizione di uomini.

Collocazione provvisoria

Nel Duomo vecchio di Molfetta c’è un grande crocifisso di terracotta. L’ha donato, qualche anno fa, uno scultore del luogo. Il parroco, in attesa di sistemarlo definitivamente, l’ha addossato alla parete della sagrestia e vi ha apposto un cartoncino con la scritta: collocazione provvisoria.

La scritta, che in un primo momento avevo scambiato come intitolazione dell’opera, mi è parsa provvidenzialmente ispirata, al punto che ho pregato il parroco di non rimuovere per nessuna ragione il crocifisso da li, da quella parete nuda, da quella posizione precaria, con quel cartoncino ingiallito. Collocazione provvisoria. Penso che non ci sia formula migliore per definire la croce. La mia, la tua croce, non solo quella di Cristo.

Coraggio, allora, tu che soffri inchiodato su una carrozzella. Animo, tu che provi i morsi della solitudine. Abbi fiducia, tu che bevi al calice amaro dell’abbandono. Non ti disperare, madre dolcissima, che hai partorito un figlio focomelico. Non imprecare, sorella, che ti vedi distruggere giorno dopo giorno da un male che non perdona. Asciugati le lacrime, fratello, che sei stato pugnalato alle spalle da coloro che ritenevi tuoi amici. Non angosciarti, tu che per un tracollo improvviso vedi i tuoi beni pignorati, i tuoi progetti in frantumi, la tue fatiche distrutte.

Non tirare i remi in barca, tu che sei stanco di lottare e hai accumulato delusioni a non finire. Non abbatterti, fratello povero, che non sei calcolato da nessuno, che non sei creduto dalla gente e che, invece del pane, sei costretto ad ingoiare bocconi di amarezza. Non avvilirti, amico sfortunato, che nella vita hai visto partire tanti bastimenti e tu sei rimasto sempre a terra. Coraggio. La tua croce, anche se durasse tutta la vita, è sempre “collocazione provvisoria”.
Il Calvario, dove essa è piantata, non è zona residenziale. E il terreno di questa collina, dove si consuma la tua sofferenza, non si venderà mai come suolo edificatorio.

Anche il Vangelo ci invita a considerare la provvisorietà della croce.

C’è una frase immensa, che riassume la tragedia del creato al momento della morte di Cristo.

“Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra”. Forse è la frase più scura di tutta la Bibbia. Per me è una delle più luminose. Proprio per quelle riduzioni di orario che stringono, come due paletti invalicabili, il tempo di cui è concesso al buio di infierire sulla terra. Da mezzogiorno, alle tre del pomeriggio. Ecco le sponde che delineano il fiume delle lacrime umane. Ecco le saracinesche che comprimono in spazi circoscritti tutti i rantoli della terra. Ecco le barriere entro cui si consumano tutte le agonie dei figli dell’uomo. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota. Al di fuori di quel orario, c’è il divieto assoluto di parcheggio. Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva anche da Dio. Coraggio, fratello che soffri. C’è anche per te una deposizione dalla croce. C’è anche per te una pietà sovraumana. Ecco già una mano forata ché schioda dal legno la tua. Ecco un volto amico, intriso di sangue e coronato di spine, che sfiora con un bacio la tua fonte febbricitante.

Ecco un grembo dolcissimo di donna che ti avvolge di tenerezza. Tra quelle braccia materne si svelerà, finalmente, tutto il mistero di un dolore che ora ti sembra assurdo.

Coraggio. Mancano pochi istanti alle tre del tuo pomeriggio. Tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga.

Don Tonino Vescovo

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Benvenuto Padre!

Il Cardinale Dionigi Tettamanzi

Il Cardinale Dionigi Tettamanzi

Eminenza Reverendissima e Caro Padre, le indicazioni per la visita decanale così si esprimevano: “La Messa dell’Arcrivescovo è l’atto più importante della visita pastorale; è il momento in cui il Vescovo celebra i santi misteri con il popolo e per il popolo”.

Nella chiesa locale si deve dare il primo posto alla Messa cui presiede il Vescovo circondato dal suo presbiterio e dai ministri con la partecipazione piena e attiva del popolo santo di Dio.
Si ha qui, infatti, una speciale manifestazione della Chiesa.
Dopo i giorni della comunicazione e dell’ascolto, ci ritroviamo tutti insieme ora per la celebrazione.

Portiamo all’altare del Signore tutta la nostra fragilità e la nostra povertà, assieme al sincero desiderio di seguirlo fino alla croce.

Questa assemblea che celebra il mistero di Cristo morto e risorto possa diventare nel nostro quartiere e nel nostro tempo, sempre più segno di una speranza incrollabile, capace di contagiare uomini e donne che abitano questo tempo disorientato e complesso ma sempre amato dal Signore, luce, via, verità, vita, pane fragrante per la nostra fame.

Egli invita tutti noi a spezzare continuamente questo pane, pane condiviso, pane di vicinanza e di solidarietà, perché anche questo tempo “abbia la vita e l’abbia in abbondanza”.

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